L’allarme lo lancia la Cgia di Mestre: in Italia mancano almeno 22mila autisti di Tir, col rischio, se si procede su questa tendenza, che i semilavorati e i prodotti restino all’interno dei cancelli delle aziende dove sono stati prodotti. Problema non solo italiano, ma europeo, dal momento che, come sottolinea l’ufficio studi della Cgia mestrina che ha steso la ricerca, “Stress, impegno fisico e orario di lavoro che si distribuisce lungo la gran parte della giornata hanno reso questa professione meno attrattiva di un tempo”. Ma non è solo questione di fatica e responsabilità, c’è anche un altro grosso ostacolo all’accesso a questa professione, che riguarda l’obbligo di legge di possedere la patente di guida professionale, la famosa CQC, che purtroppo ha un costo molto alto, di diverse migliiaia di euro. Un dato che scoraggia in particolare i giovani che vorrebbero lanciarsi in questa professione, e che ha indotto molte aziende di autotrasporto a farsi carico della spesa in vista di facilitare le assunzioni. Passo però che non si è rivelato decisivo.
Insomma, trovare autisti in grado di manovrare automezzi imponenti e complessi come i Tir non è impresa facile. Lo segnala l’analisi dell’Ufficio Studi della Cgia, che sottolinea il fatto che, in queste settimane d’agosto il numero di camion che transita nelle autostrade o strade extraurbane è calato fortemente. Naturalmente, sul dato influisce la chiusura estiva delle fabbriche e dei negozi, per cui viene meno la necessità di consegnare merci, semilavorati e prodotti, come si legge nella nota della Cgia di Mestre. Inoltre, come noto, nel mese d’agosto è scattato il divieto di circolazione, nel fine settimana, per i mezzi pesanti per il trasporto delle cose con massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate, per cui il venerdì dalle 16:00 alle 22:00, il sabato dalle 8:00 alle 22:00, la domenica dalle 7:00 alle 22:00 e il giorno di Ferragosto dalle 7:00 alle 22:00, i mezzi pesanti devono rimanere nei piazzali di sosta.
Un anticipo di ciò che potrebbe avvenire, ovvero la rarefazione dei camion e del trasporti lungo la Penisola? Il dato di fatto non promette bene, dal momento che, come denuncia la Cgia veneta, “il numero delle aziende di autotrasporto sta diminuendo, anche perché è in atto una riorganizzazione del settore che sta premiando le acquisizioni e le aggregazioni di impresa”. Nel giro di qualche anno insomma, unendo la trasformazione del settore e la difficoltà di trovare nuovi autisti, “non è da escludere che il settore sprofondi in una grossa crisi per mancanza di personale”.
Segnali allarmanti provengono dal settore del trasporto pubblico locale, che vede una cronica mancanza di autisti tale da costringere a diminuire l’offerta di corse in bus, tram e metro. Disagi che si scaricano perlopiù su residenti e pendolari, ma anche sui turisti.
Tornando al settore del trasporto merci privato, un’altra spada di Damocle sta appesa sul servizio offerto dai camionisti, ovvero la pensione: l’ufficio studi della Cgia di Mestre calcola infatti che tra dieci anni, la metà di coloro che oggi guidano i Tir andrà in pensione. Solo una piccola parte sarà coperta dalle nuove generazioni, rafforzando il rischio che “fra meno di un decennio il settore non sia più in grado di soddisfare interamente le richieste di trasporto merci avanzate dai committenti”. Le possibilità di arginare la crisi riguardano sia la soluzione di incentivare il ricorso agli autisti stranieri, sia quella di rivolgersi ai vettori internazionali, sia infine la più tecnologica di tutte, ovvero nutrire la speranza che in tempi ragionevolmente brevi si rendano disponibili sul mercato a prezzi accessibili gli automezzi pesanti a guida autonoma. Ma mentre queste non rimangono ad ora che ipotesi, avanza il dato della realtà, ovvero che “nel giro di qualche anno anche nell’autotrasporto gli effetti della denatalità si faranno sentire spaventosamente”.
Quanto spiegato finora trova una conferma matematica esaminando i numeri. “Rispetto al 2019 il numero dei titolari della Carta di Qualificazione del Conducente (CQC) di merci è diminuito di quasi 410mila unità – sono i dati dell’Ufficio Studi – cinque anni fa erano poco meno di 1,2 milioni, ora sfiorano quota 770 mila”. Analizzando per età, “la coorte dei giovanissimi (con meno di 25 anni) è in aumento del 65,9 per cento”, ma in valore assoluto si registra un “modesto +2.855”, La fascia demografica compresa fra i 30 e i 54 anni ha subito un crollo, con una medi del 45/50 per cento in meno.
Rispetto allo stock attuale, secondo i dati riportati dalla Cgia, “gli over 50 sono poco più di 412 mila, pari al 53,7 per cento del totale. Pertanto, è prevedibile ritenere che fra 10 anni la stragrande maggioranza di questi lavoratori uscirà dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età”. In soldoni, un autista su 2 lascerà definitivamente la guida professionale.
Il problema si pone ovviamente anche per le imprese di autotrasporto. “Negli ultimi 10 anni – si legge nella nota della Cgia – lo stock complessivo delle imprese di autotrasporto
presenti in Italia è diminuito di 21.248 unità. Se nel 2013 erano 101.935, nel 2023 sono scese a 80.687 (-20,8 per cento). A livello regionale le situazioni più critiche si sono verificate in Valle d’Aosta con una contrazione del 33,7 per cento (in valore assoluto pari a -33), in Friuli Venezia Giulia del 32,3 per cento (-573), nel Lazio del 30,7 per cento (-2.733), in Liguria del 30 per cento (-773) e in Piemonte del 29,9 per cento (-2.907)”.
Se questi sono i dati, le cause possono essere rintracciate ad esempio nel succedersi delle crisi economiche, dalla pandemia al conflitto europeo e non solo; mentre il Nord del Paese ha accusato la concorrenza dei vettori stranieri, in particolare dell’Est Europa. D’altro canto, il fenomeno delle aggregazioni e acquisizioni che si sono verificate in questo ultimo decennio, hanno spesso spazzato via le imprese monoveicolari, abbassando il numero dei soggetti sul mercato. Tutto ciò ha provocato l’aumento della dimensione media delle imprese del settore, che potrebbe far sperare nella crescita del livello di produttività del sistema logistico italiano. Se si troveranno gli autisti, naturalmente.
foto: Teppo Lainio, Concessione di licenza CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons