Scandicci – Giunge alla V edizione Nutida Nuovə danzatrici/ori, il festival di danza contemporanea nato a Scandicci che vede alla direzione artistica Cristina Bozzolini e Saverio Cona. Dal 6 giugno al 4 luglio NUTIDA presenta spettacoli e studi nell’ora che precede il tramonto, in un rapporto costante tra pubblico ed artisti. Tutti i lavori in programma sono pensati o riadattati per la splendida cornice del Pomario del Castello dell’Acciaiolo. 22 sono i titoli in programma, 31 le repliche, 10 le prime, 7 le produzioni, 2 le coproduzioni e 78 gli artisti under 30 presenti.
Nutida, termine svedese che significa contemporaneo e che in sé contiene NU di nuovi, UT di utopia, DA di danzatori, esplora i territori della creazione coreografica e affianca a esponenti importanti della scena contemporanea come Philippe Kratz, Michele di Stefano, Pablo Girolami, Rachelle Anais Scott, Giovanni Insaudo la presenza di giovani talenti tra cui Lorenzo di Rocco, Francesca Santamaria, Jennifer Rosati, Beatrice Ciattini, Niccolò Poggini, Rita Carrara, Isabella Giustina, Daria Lidonnici.
Su invito del festival tornano quest’anno in Italia due prestigiosi coreografi della scena internazionale formatisi al Balletto di Toscana: dalla Germania Giuseppe Spota, direttore artistico della MiR Dance Company e dall’Australia Davide di Giovanni, direttore artistico di New Old Now.
Ospiti le compagnie Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto, Nuovo Balletto di Toscana, Ivona, Artemis Danza, CodedUomo, Compagnia degli Istanti e la MiR Dance Company, insieme alle numerose produzioni del Festival nel ricco calendario che si snoda in quattro settimane, mettendo in dialogo vari linguaggi, esperienze, culture e tendenze.
In Nutida 2024 – dichiarano Cristina Bozzolini e Saverio Cona – sviluppiamo gli elementi presenti nelle precedenti edizioni. La programmazione è incentrata come sempre su una proposta variegata e, insieme all’ospitalità di valenti autori italiani, riserviamo una attenzione particolare al coinvolgimento di quegli artisti che, per problematiche legate al mercato del lavoro o per scelta, hanno costruito la propria carriera all’estero. Lo scorso anno fu il caso di Rosario Guerra, iconico danzatore per Marco Goecke. In questa edizione abbiamo incrementato questo intento invitando Giuseppe Spota, in doppia veste di coreografo e direttore di MiR Dance Company. Abbiamo coinvolto inoltre Davide di Giovanni, una carriera da ‘principal’ a Sydney, per una creazione esclusiva. Il secondo focus di Nutida 2024 si basa sull’improvvisazione in danza: attraverso Impulso, azione improvvisativa in coproduzione con Tempo Reale, e attraverso la costruzione di Dancebox, uno spazio messo a disposizione degli artisti ospiti che desiderano apportare un contributo creativo al festival con tecnica e magia, tradizione e avanguardia, rispetto e iconoclastia, immaginando brevissime performance.
Martedì 6 giugno alle ore 19, come spettacolo di anteprima del festival, sul prato del Pomario del Castello dell’Acciaiolo va in scena Metamorfosi_dell’esserci e del divenire con la regia di Cesare Torricelli, la coreografia di Daria Lidonnici e una originale compagnia formata da studenti disabili dell’Istituto I.I.S. Sassetti Peruzzi di Scandicci e dai danzatori Aldo Nolli, Carmine Catalano, Matilde Di Ciolo. Il progetto, nato con il laboratorio Confini, iniziativa pedagogica nel campo teatrale e delle arti performative, dà vita ad uno spettacolo in pillole che indaga il tema della trasformazione, dell’esserci e del divenire, offrendo uno sguardo inclusivo sulle molteplici metamorfosi dell’esistenza. Alla fine dello spettacolo ha luogo il talk OLTREMODO. Geometrie Variabili che propone dialoghi sulla diversità. Intervengono il docente Pierpaolo Infante e l’artista Fargo; modera Margot Omodei.
Ma è Selective Breeding / work in progress che inaugura la V edizione di Nutida il 13 giugno alle ore 19. Lo spettacolo in anteprima segna il felice ritorno di Pablo Girolami e della sua compagnia IVONA, ospite per la terza volta al festival. Selective breeding affronta la tematica della sopravvivenza all’interno di un panorama distopico costruito appositamente per indurre riflessioni e turbamenti nella coscienza dello spettatore. L’allevamento selettivo, da cui mutua il titolo la performance, è un processo utilizzato dagli uomini per sviluppare nuovi organismi con caratteristiche desiderabili: animali, piante, frutta, verdura. I tacchini hanno perso la capacità di riprodursi, le mucche producono un’indicibile quantità di latte, i bassotti diventano ridicolmente lunghi – dichiara il coreografo-. Il lavoro è metaforicamente un caleidoscopio, una sorta di apparecchio umano costituito da più specchietti disposti ad angolo dentro un tubo. Nella performance il caleidoscopio è rappresentato dal mondo animale, vegetale e umano e gli specchietti sono i grandi temi che ci riguardano tutti. Così in scena uno scienziato, un macellaio, due pulcini e un salmone danno vita a una gigantesca satira danzata in cui il coreografo tocca temi come genetica, logica, manipolazione, terra, globalizzazione, egoismo e alterazione.
Il 14 giugno è la volta di Impulso, azione improvvisativa per un musicista e una comunità di danzatori, in prima assoluta. Con l’ideazione e musica dal vivo del compositore, regista del suono ed improvvisatore Francesco Giomi, Impulso si avvale del progetto coreografico di Beatrice Ciattini, Niccolò Poggini, Jennifer Lavinia Rosati, Lorenzo Di Rocco e di un cast formato per l’occasione da danzatori provenienti da tutta Italia: Giada Giandomenico, Lorenzo Paoli, Henry Tanzini, Allison Ferraro, Andreea Elena Gabara, Valentina Foschi, Tommaso Maragno, Sveva Bordogna. Un singolo musicista e una comunità danzante: attraverso un’indagine improvvisata la performance ricerca il dialogo tra sensibilità espressive differenti, il suono e il gesto. Guidati dal suono, i corpi esplorano la tensione tra istinto e scelta attraversando stati intimi ed esterni in continua trasformazione. Il suono diventa danza, il movimento musica e le pulsioni sono tradotte in azioni consapevoli attraverso la totale libertà espressiva. Un lavoro in perpetuo divenire che, partendo da uno scheletro fissato, si dirama come un frattale verso infinite possibilità ogni volta diverse e nuove, apparentemente caotiche, ma che mantengono un affascinante disegno compositivo. Impulso è il frutto di una coproduzione tra Tempo Reale, Nutida/Stazione Utopia, Nuovo Balletto di Toscana e The Gate.
Il 17 giugno (replica 21 giugno) alle ore 19 Rita Carrara va in scena con DUMMY,ideata in collaborazione con Veronica Galdo. L’assolo è una ricerca sulla condizione fisica dell’insicurezza, della paura, della vergogna e della fragilità di quel personaggio/muro, illusorio e fittizio, creato per nascondersi e contrastare il prossimo visto come minaccia. Una produzione di Nutida/Stazione Utopia in prima assoluta. A seguire Last Cinderella, (replica 4 luglio), produzione in prima di Nutida/Stazione Utopia, firmata da Beatrice Ciattini e Niccolò Poggini. La performance mette in luce un personaggio dalle tante sfaccettature; C. è una ragazza timida e buffa, ma anche femme fatale determinata che non si piega alle leggi della ragione e non si cura di ciò che riceverà in cambio della sua passione.
Il 18 giugno alle ore 19 arriva al festival Bayadère, il regno delle ombre, osannata coreografia di Michele di Stefano (artista premiato con il Leone d’argento alla Biennale 2014) per il Nuovo Balletto di Toscana, a cui è stato conferito il premio Danza&Danza come migliore produzione italiana del 2021. L’iconico balletto ottocentesco di Marius Petipa viene riscritto da di Stefano con gli strumenti della danza contemporanea e le ombre sono interpretate da un cast di 10 danzatori. L’interesse del coreografo si rivolge proprio al potenziale compositivo della scena più celebre del balletto, il regno delle ombre, non per replicarla ma per scatenare tutta la sua forza dinamica e per restituire all’allucinazione di Solor la sua vera natura psichedelica.
Il 19 giugno (replica 25 giugno) alle ore 19 la Compagnia degli Istanti debutta in prima assoluta con Tottenham, firmato da Pietro Pireddu e danzato da Chiara Casiraghi e Nicola Simone Cisternino, con le musiche dal vivo di Stefano Tamborrino. Lo spettacolo si configura come un paesaggio sonoro e ritmico, poetico ed essenziale, dove i corpi partecipano a un evento primordiale e istantaneo. L’incontro è uno spazio dove le distanze cedono e si attiva una dimensione di dialogo. Il ritrovamento del sé e dell’altro mette in moto danze di confronto, di attenzione, di recupero, di scelta.
Torna al festival la compagnia di Parma Artemis Danza il 20 giugno alle ore 19 con Akmé, coreografato e interpretato da Sabino Barbieri e Núria Argilés. I due performer usano i loro corpi per creare immagini aperte all’interpretazione dello spettatore, in un tessuto coreografico stimolante che trasporta il pubblico nel mondo delle relazioni, sia quelle condivise con un’altra persona, che quelle condivise con se stessi.
Giuseppe Spota, artista italiano di stanza a Gelsenkirchen, (al suo attivo svariati premi, notevoli collaborazioni e dal 2013 coreografo di spicco internazionale) presenta in prima assoluta il 20 giugno alle ore 19 Penelope, coreografia commissionata dal festival (repliche 21 e 27 giugno). In scena, su musiche di Christof Littman da Odysseus, Sofia Bonetti incarna la mitologica regina di Itaca raccontata da Omero. Ognuno di noi tesse una trama di vite-dice Spota-, incrociandole con cura sul telaio del tempo e cercando di evitare i “nodi” degli sbagli. Inevitabilmente essi ci portano a ricominciare da capo, eliminando ciò che ci sembra imperfetto. Non è forse quella imperfezione a rendere il telaio più completo, continuando a tessere l’attesa per coloro che attendiamo con urgenza? Il 26 giugno dalle 19 il programma inanella due produzioni della tedesca MiR Dance Company in prima italiana. In this mesh? di Alessio Monforte in collaborazione con Chiara Rontini, danzatrice in scena insieme a Camilla Bizzi. A seguire Jenga/costruzione, con la coreografia e la musica di Claudia Latini, protagonisti Alessio Monforte e Chiara Rontini. Lo spettacolo restituisce una mistura di visioni della natura miscelata ad una specie di vocabolario segreto che trascende lingue specifiche fuse con ritmi contemporanei; un incantesimo ci trasporta in uno stato preverbale ricordando culture tribali, rituali e un senso di simbiosi con la natura. Chiude la serata la prima assoluta di Who am I? (replica 1 luglio), una produzione Nutida/Stazione Utopia, che Isabella Giustina immagina guardando alle donne guerriere dei poemi cavallereschi del Quattrocento. Donne seguaci di Diana cui era impedito di esprimere la propria femminilità, obbligate a nascondere le forme del proprio corpo e a combattere coperte da armature. Sul palco, oltre alla coreografa, Beatrice Ciattini e Niccolò Poggini.
Approda al festival in prima regionale, dopo il successo ottenuto in varie rassegne nazionali e internazionali, il 27 giugno ore 19, I HAVE SEEN THAT FACE BEFORE di Giovanni Insaudo, autore italiano molto apprezzato all’estero. Lo spettacolo è danzato da Sandra Salietti Aguilera e Helias Tur-Dorvault su musiche di WOODKID. Qui Insaudo riflette sulla natura stessa della performatività, sull’elaborazione della fine, o della non-fine, a partire dall’istante che intercorre tra il termine di una performance, il ricongiungimento dei danzatori e l’incontro con il pubblico. Segue la ripresa dello spettacolo MM, la creazione di Insaudo per Nutida 2023, che prende in esame l’intramontabile figura della Diva e la sua idealizzazione nella cultura popolare. MM, che rinnova il talento di Veronica Galdo, si ispira a Marilyn Monroe ed è l’occasione per gettare lo sguardo sulla vita privata e spesso solitaria delle icone del cinema degli anni ’50, facendo emergere il divario tra la loro vita pubblica, ricca di glamour, attenzione dei media e dei fan e le loro vicende private.
Il 28 e il 29 giugno alle 19, Nutida accoglie The Gate Florence Dance Urban School con 4 performance.
Il 28 giugno 13 danzatori professionisti di Get the floor, guidati dai coreografi Akira Yoshida, Ezio Schiavulli, Jennifer Lavinia Rosati e Lorenzo di Rocco, si immergono in 3 mondi differenti, delineando spazi e tempi in continua evoluzione. On Hold, Murmuration, Ricordami di me rivelano paesaggi coreografici diversi, in cui la danza diventa linguaggio universale, i corpi, in continua trasformazione, sono veicoli di storie, ricordi ed emozioni, in un mosaico di momenti che attraversano spazi, tempi e stati d’animo diversi, intrecciandosi con l’esperienza collettiva. Il 29 giugno Urban tales genera un ambiente in cui idee, suoni e movimenti possono fondersi e far scaturire immaginari e storie al di là dei generi convenzionali. La serata si apre con l’anteprima di uno spettacolo curato da Gianni Wers, figura di rilievo della scena urban italiana e interpretato da 17 ragazzi della formazione Get the floor. A seguire, Urban tales offre uno spazio di freestyle e jam session aperto a danzatori e performer di ogni stile e disciplina.
Francesca Santamaria, artista associata alla compagnia CodedUomo, porta in scena il 29 giugno GOOD VIBES ONLY (beta test), uno studio. Il solo che la vede autrice ed interprete è un congegno coreografico che nasce per indagare il concetto di scrolling e arriva ad interrogarsi sulle logiche sociali contemporanee. Un beta test è la prima fase di verifica nella quale vengono coinvolti gli utenti, allo scopo di testare un software in condizioni di utilizzo reali, da parte di utenti reali.
Il 1 luglio ore 19 è il momento della prima assoluta di Elaysia, produzione di Nutida/Stazione Utopia, in cui Aurelie Mounier si cimenta nella creazione di un solo per Cristina Roggerini ambientato su Elaysia, un pianeta sconosciuto agli umani. La danzatrice viene catapultata su questo nuovo mondo e vi si muove con timore e meraviglia, sfidando l’ambiente arido e desolato. Una ricognizione che si trasforma in un viaggio interiore.
Attesissima presenza nelle serate del 2 e 3 luglio, ore 19, quella di Philippe Kratz con An echo, a wave, coreografia firmata per Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto, in anteprima a Nutida. Kratz, nome consolidato della danza contemporanea, per questo lavoro trae ispirazione dalla visione del mare, luogo di meraviglia, di sogni, di promesse, di fascino travolgente. Guardando il fluire del movimento di un danzatore, ritroviamo a volte quel moto naturale e ininterrotto delle superfici marine. E due persone che ballano passano sempre attraverso stati d’animo diversi, emozioni contrastanti, vicinanza e distanza. Sul Mar Mediterraneo sono state raccontate e scritte grandi storie da parte di tutti i popoli confinanti, ispirate da scoperte, conquiste e patrie adottive – spiega il coreografo– Tutto ciò conduce fino a noi l’eco di infinite speranze, tragedie insopportabili e straordinari incontri.
Il 2 luglio la rassegna fa scoprire al pubblico una interessante voce della danza d’oltralpe: Rachelle Anais Scott, coreografa e danzatrice di origini franco/statunitensi che vive a Basilea, con la prima assoluta di Whispers of Resonance.Si tratta di un duetto, interpretato da Dayne Florence e dalla stessa Scott, che naviga nell’intersecarsi delle relazioni umane, scavando nelle connessioni invisibili che ci legano. La Scott indaga nelle profondità delle nostre risposte istintive, catturando emozioni senza filtri che ci guidano nelle prove della vita. Attraverso movimenti sfumati e gesti espressivi, i ballerini incarnano le correnti mutevoli delle avversità, illustrando la resilienza intessuta nella nostra natura. Altro appuntamento di rilievo in rassegna è la prima assoluta di Fool that I am il 3 luglio. La produzione di Nutida/Stazione Utopia reca la firma di Davide di Giovanni, talento in evidenza, in arrivo da Sydney (danzatore e coreografo che vanta collaborazioni con importanti formazioni tra cui Staatstheater am Gärtnerplatz di Monaco di Baviera e la Sidney Dance Company). È dalla canzone Black Is the Color of My True Love’sHair nella magnifica versione di Nina Simone che prende le mosse il solo che di Giovanni crea per Matilde di Ciolo. La ragazza di cui canta Nina Simone non teme la guida della speranza che conduce ad un tempo nuovo, promessa di unione di corpi ed anime. È un vento che non frena, ma spinge in avanti, muove il corpo e l’anima, in una danza che vince ogni ferocia della vita. Chiude la V edizione di Nutida il 4 luglio Get the project, un evento dedicato da The Gate alla presentazione dei migliori progetti realizzati dai giovani componenti di “Get The Floor” con nuove idee e approcci coreografici.
SCREENDANCE, DANCEBOX, LABORATORI
Il programma di Nutida si arricchisce in questa edizione di una nuova sezione intitolata SCREENDANCE che propone esperienze di sperimentazione fra installazione, danza live, tecnologia, coreografia e immagini in movimento sullo schermo. In calendario vi sono The red shoes, il cortometraggio di Philippe Kratz e Emma Scarafiotti, multimedia artist e quello di Katarzyna Zakrzewska 4444, che verranno presentati nella ‘Dancebox’, uno spazio allestito appositamente. Questi i giorni di proiezione: dal 13 al 29 giugno (ore 19.45) per 4444, e dal 1 al 4 luglio (ore 19.45) per The red shoes. 4444 dell’artista polacca è un cortometraggio contemplativo che invita gli spettatori ad aumentare la loro sensibilità verso il mondo che li circonda, e incoraggia ad abbracciare la casualità dei segni e a trovare un significato nelle energie che attraversano la nostra esistenza. The red shoes, prodotto da Nutida/Stazione Utopia e presentato in site specific all’Acciaiolo, è ispirato all’omonimo spettacolo del Nuovo Balletto di Toscana firmato da Kratz nel 2023, che rivisita in chiave contemporanea i temi della celebre favola di Andersen. Qui la coreografia viene elevata a un nuovo livello, integrandola in una trama multimediale attraverso l’utilizzo dell’IA applicata alle riprese fatte in palcoscenico. Si creano così uno spazio parallelo ed un racconto onirico, l’ambiente muta in surreale, ampliato quasi all’infinito. Il soggetto si sdoppia nel suo essere automa e attraverso la tecnologia diviene elemento astratto e digitale.
La Dancebox diventa anche spazio di improvvisazione in cui tutte le sere, al termine degli spettacoli, gli artisti ospiti del festival sono invitati a improvvisare performance di 90 secondi, traendo spunto e suggestioni dalle immagini dei cortometraggi.
Foto: MiR Dance Company Jenga- foto Bettina Stoß