L’equilibrio possibile fra la carta e il digitale, nasce un Osservatorio

L’iniziativa della Fondazione Einaudi lanciata al Salone del Libro di Torino

Il fruscìo delle pagine di un libro. L’odore della carta, il dolce scorrere della penna sul foglio. Sembrano sensazioni antiche, una sorta di repertorio vintage del leggere e scrivere, oggi sostituito dall’efficienza digitale. Computer e smartphone sono ormai gli strumenti del nostro pensiero da fissare su un file word. Eppure, non è proprio così. Non dovrebbe essere così in modo assoluto e totalizzante. Ci può essere un equilibrio che trasferisce il meglio delle buone abitudini di comunicazione del passato, nel presente e nel futuro digitale. È la molla che ha spinto la Fondazione Luigi Einaudi alla creazione dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale”, che è stato lanciato al Salone Internazionale del Libro di Torino.

Non è una battaglia di retroguardia, tutt’altro. Semmai un modello di convivenza tra strumenti che hanno la medesima vocazione, con l’obiettivo di trovare il giusto equilibrio tra gli “attrezzi” tradizionali e quelli nuovi. Perché ce n’è bisogno, soprattutto per i ragazzi e gli adolescenti, quando il consumo eccessivo di digitale può avere come effetto limiti nell’apprendimento e nella capacità di ragionamento.

A Torino, a dare spinta al lancio dell’Osservatorio c’era anche il neuroscienziato Manfred Spitzer, autore tra gli altri, dei libri “Demenza digitale” e “Solitudine digitale”: “Oggi disponiamo di un’evidenza incontestabile – sottolinea Spitzer – sul legame fra l’uso eccessivo delle tecnologie digitali, con gli smartphone in testa, e una serie di patologie che vanno dalla depressione propriamente intesa agli stati d’ansia, dall’insonnia ai disturbi alimentari. Ovunque nel mondo si sia applicata la tecnologia digitale al mondo della scuola i risultati sono stati fallimentari: calo delle competenze degli studenti, enorme esborso di denaro pubblico”. Per il neuroscienziato, “bisogna aver studiato molto, prima di adoperare la rete in modo efficace”, e per studio, sottolinea, “intendo quello sui libri di carta, corredato da appunti presi a mano. Perché la scrittura tradizionale favorisce il processo di memorizzazione molto più di quella sulla tastiera”. Anche su questo, assicura,” disponiamo di dati incontestabili”.

L’appello dell’Osservatorio ha suscitato immediato interesse e diffuse solidarietà: “Siamo onorati, ma non stupiti, del fatto che le più importanti istituzioni culturali, associazioni e aziende del settore abbiano aderito all’Osservatorio Carta, Penna & Digitale – commenta il segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini – Non siamo stupiti perché certi che a nessuna persona avveduta e responsabile possa sfuggire la valenza sociale e civile di questa battaglia in difesa della scrittura a mano e della lettura su carta. Una battaglia in favore dei giovani, affinché, come auspicava Luigi Einaudi, ciascuno di loro possa sviluppare al massimo le proprie potenzialità, diventare un uomo libero e dare infine corpo ad una classe dirigente competente e consapevole”.

Tra le voci a sostegno dell’Osservatorio, ci sono anche quelle che si levano dal Governo: “Il Miur – ha detto in un messaggio video il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini partecipa alla campagna di sensibilizzazione della scrittura a mano e della lettura su carta promossa dalla Fondazione Einaudi. La penna che corre sul foglio è un suono leggero, la musica del nostro pensiero – ha aggiunto – Leggere un libro di carta coinvolge tutto di noi. Il progresso deve aggiungere non togliere: il computer è uno strumento che ci permette una scrittura senza cancellature, così facciamo finta di far sparire le nostre incertezze. Ma i nostri errori e i nostri dubbi – ha concluso Bernini – sono parte di noi. Prendiamo appunti”.

La campagna di sensibilizzazione della Fondazione Einaudi nasce a luglio dello scorso anno, quando in Senato, Andrea Cangini ha presentato uno studio, promosso dalla Fondazione, che ha raccolto le principali ricerche scientifiche internazionali sull’argomento, dal quale è emerso in modo chiaro come eliminare carta e penna significherebbe limitare drasticamente le potenzialità dell’individuo. In quell’occasione il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara disse: “Il digitale non può né deve spazzare via la carta e la penna perché sono insostituibili. Alla logica dell’aut-aut preferisco la logica dell’et-et: valorizzare al massimo entrambe le opportunità”. Ad oggi fanno parte dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale, o del suo Comitato scientifico, le principali realtà culturali del settore, quali: Accademia della Crusca, FIEG, Comieco, Moleskine, Federazione Carta e Grafica, Associazione italiana Editori, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Associazione Grafologi italiani, ANPE, Pliniana, Gruppo editoriale ELI, Consiglio nazionale Ordine Psicologi, Anitec-Assinform, Bona industrie grafiche, Tecnostampa.

In foto Manfred Spitzer

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