Firenze – Il progetto industriale per la riconversione dell’ex Gkn esiste ed è sempre più concreto. Nel quinto mese senza stipendio né ammortizzatore sociale, è stato presentato all’Università di Firenze: 5 direttrici di produzione, copertura finanziaria per 7,6 milioni (di cui 3 di capitale di debito), closing per i macchinari entro l’estate, un anno per iniziare a lavorare, 136 posti di lavoro e 50 milioni di gettito per l’erario in 10 anni.
Una verifica, quella tenutasi all’Università, che gli operai chiedono da tempo alle istituzioni senza però avere risposte, con il governo che è totalmente sparito e il tavolo di crisi che non viene neanche più convocato. Gli operai tornano a sollecitare la Regione Toscana perché discuta al più presto la proposta di legge sui consorzi industriali, motivo per cui il corteo lanciato dal Collettivo di Fabbrica per il 18 maggio, che partirà alle 14.30 dal cantiere della strage di via Mariti, si concluderà davanti al palazzo della Regione in via di Novoli.
“Questo progetto è quanto di più avanzato è stato prodotto sullo stabilimento ex Gkn, almeno dal 2018 – ha detto all’Università la RSU ex-Gkn – eppure non sappiamo se vedrà mai la luce. Il nostro è un progetto avanzato, basato su energia rinnovabile, mobilità sostenibile ed economia circolare, ma senza intervento pubblico la transizione ecologica non si fa, semplicemente perché è una decisione politica e non imprenditoriale”.
Cinque le direttrici previste: la prima per la produzione di pannelli fotovoltaici personalizzabili, la seconda per la loro installazione, la terza per il recupero e il riciclo dei pannelli fotovoltaici prodotti da altri, la quarta per la produzione di cargo bike e l’ultima per la gestione del condominio industriale.
Il nodo rimane quello dello stabilimento, senza il quale nessun progetto industriale può essere realizzato ed è qui che entrano in gioco le istituzioni. “Pensare a una nazionalizzazione oggi, dopo trent’anni di smantellamento di competenze nel pubblico, è impensabile. Un consorzio pubblico, dove sia coinvolta tutta la comunità operaia, scientifica e sociale che in questi tre anni ha lavorato per creare un’alternativa all’ex Gkn, è l’unica soluzione possibile in questo contesto”, dicono dalla Rsu.
“Questo progetto industriale è uno strumento di lotta – ha concluso la RSU ex Gkn -, costruito in continua emergenza, mentre ci occupavamo anche di difenderci legalmente, della cassa di mutuo soccorso per sostenere il reddito dei lavoratori, delle mobilitazioni per ribaltare i rapporti di forza, di presidiare lo stabilimento, di difenderci da attacchi di ogni tipo. Per noi singoli individui la fine della vertenza significherebbe almeno la disoccupazione e quindi comunque un sollievo, ma dal giorno dopo sarebbe più difficile per chiunque scioperare o rivendicare un diritto, sarebbe più difficile uscire dal fossile o riconvertire l’industria bellica. Per questo abbiamo il dovere di provarci fino in fondo. Per questo il 18 maggio torniamo in piazza, con tutta la dignità che abbiamo in corpo”.