I chiassosi personaggi di Pessoa raccontati da Robert Wilson

Spettacolo multilingue alla Pergola ideato dal regista americano

Le lingue e le identità. Sei per la precisione  le personalità di Fernando Pessoa, uno dei più importanti poeti del Novecento  e quattro le lingue secondo l’interpretazione che ne ha dato Robert Wilson nella pièce in anteprima mondiale di scena alla Pergola.

“Pessoa. Since I’ve been me”, titolo ispirato a versi de Il libro dell’Inquietudine. è una straordinaria rappresentazione dell’arte del poeta portoghese in una scomposizione di personaggi, gesti, luci, colori, suoni, immagini, che sono variazioni di aspetti di una personalità complessa ma unitaria, che ha regalato frammenti di una ricerca sul significato dell’esistenza. Una ricerca che fa parte del diario interiore di ognuno di noi.

L’intuizione di uno dei più importanti artisti del teatro e di arti visive del mondo è stata quella di utilizzare il plurilinguismo dell’autore come chiave di interpretazione del trascorrere delle idee e dei pensieri nelle sue poesie. Pessoa si esprimeva nella lingua madre, in inglese (ha vissuto con la madre e il patrigno a Durban in Sud Africa negli anni dell’adolescenza) , in francese per amore dei suoi prediletti letterati “decadenti” transalpini. L’italiano si è aggiunto come sigillo all’universalità dell’opera di Pessoa che trova la sua realizzazione artistica nell’unione delle tradizioni culturali europee.

Così ecco comparire sulla scena gli “altri-sé”, le diverse personalità,  che il poeta si è modellato nella fantasia creativa per cogliere diversi approcci artistici letterari, con l’ossessione di comprendere nel profondo risposte diverse ai misteri della vita.  Per Wilson questi “eteronimi” riflettono, ciascuno in modo diverso, lo spirito di Pessoa intriso di tragicità (la precoce perdita del  padre e della sorella), ma animato da un fuoco giocoso fino alla fanciullesca comicità clownesca.

Gli spettatori vengono accolti a sipario chiuso dal personaggio Pessoa interpretato da Maria de Madeiros, attrice portoghese di film importanti e regista di “Capitani d’aprile”, sulla Rivoluzione dei Garofoni , la ribellioni dei giovani ufficiali che cinquant’anni fa pose fine alla dittatura. Maria è vestita e truccata in modo somigliante al poeta , ma i suoi tratti ricordano Charlie Chaplin: malinconia e leggerezza, le due facce dell’anima dell’artista.  

Si apre il sipario e in un tripudio di luci, di suoni e fracassi, entrano in scena le altre personalità  nate dalla sua immaginazione,  interpretate da Aline Belibi, Rodrigo Ferreira, Klaus Martini, Sofia Menci , Gianfranco Poddighe, Janaiana Suaudeau. Recitano tutti nelle diverse lingue, perché fanno parte tutte dello stesso mondo creativo e concettuale. I diversi quadri si susseguono percorsi da scenografie che richiamano paesaggi, marine. Una nave a vela di carta richiama a viaggi (che per Pessoa sono quelli della mente), fino alla danza finale in abiti da marinai americani al suono di un blues. I versi poetici  sono inseriti una grande giostra di pensieri e aforismi, che si ripetono e si sciolgono, fino all’accettazione felice della insensatezza drammatica della vita.

Lo spettacolo è stato commissionato a Robert Wilson dal Teatro della Pergola di Firenze e dal Théâtre de la Ville di Parigi che collaborano nel progetto L’Attrice e l’Attore Europei che ha già offerto un altro grande spettacolo  Ionesco Suite. La scelta è caduta sul poeta portoghese anche in omaggio all’anniversario del ritorno di Lisbona alla democrazia.

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