Caltanissetta – Sala Oratori, Palazzo Moncada. Nel cuore di Caltanissetta, in uno dei suoi edifici simbolo, si è tenuta ieri sera, sabato 6 aprile, la presentazione del libro “La mia Libia” , edito da Thedotcompany Edizioni di Reggio Emilia. Protagonista e autore, Michele Miraglia, un grande ebanista nisseno, che scrive il proprio diario di guerra fra il 1941 e il 1942. Un diario conservato con cura dalla famiglia, in particolare dalla nipote Francesca, che è stato trascritto e riportato alla luce dal figlio di Michele Miraglia, venuto meno nel 1994, Osvaldo Miraglia, con la collaborazione della sorella, Gabriella Miraglia.
Una serata coinvolgente, che ha visto alternarsi gli interventi di Osvaldo, della giornalista responsabile della collana Memorie, Stefania Valbonesi, e, last but not least, della nota storica e giornalista Fiorella Falci.
“Un’operazione che da semplice trascrizione del diario di mio padre per uso familiare, è diventata una pubblicazione” ha esordito Osvaldo Miraglia, ricordando che, dopo le presentazioni fiorentine (è nel capoluogo toscano, dove vive e lavora, che è iniziata la riscoperta) il progetto di riportare il libro nella città d’origine data sin dalla prima stesura. “Un appuntamento rinviato per anni, non solo per vicende personali, ma anche per la battuta d’arresto dovuta al Covid”.
L’appuntamento, realizzato anche grazie al prezioso lavoro organizzativo di Giuseppe Iacono, già vicesindaco di Caltanissetta, ha visto una sala gremita e una forte partecipazione anche emotiva di tanti nisseni, che al termine della presentazione hanno animato un interessante confronto.
Il contributo storico-politico di Fiorella Falci, una vera e propria lectio magistralis sugli anni in cui si consuma la tragedia della partecipazione italiana alla Seconda Guerra mondiale e in particolare la retorica della “quarta sponda” italiana che tentò di trascinare l’Italia proletaria nella logica imperialista della conquista di altri territori per dare sfogo alle “braccia” eccedenti della nazione, ha consegnato materiale prezioso per analizzare una situazione che ha inquietanti similitudini col presente storico europeo, a cominciare dai populismi che stanno aggredendo quell’ideale europeo che ha assicurato settant’anni di pace al nostro continente.
Il libro, che contiene non solo le preziose pagine del diario, scritto nell’immediatezza degli avvenimenti, ma anche il prosieguo della vicenda dopo l’8 settembre con la disfatta di ogni struttura e l’ambiguo messaggio di resa che consegnò il Paese alle terribili rappresaglie nazifasciste, ha un valore non solo storico ma anche letterario molto importante. La seconda parte, frutto delle interviste a Osvaldo Miraglia, descrive infatti la scelta di Michele, che fu quella di tanti italiani, di rifiutare l’adesione alla Repubblica di Salò rifugiandosi in Piemonte dove, sotto falso nome, lavorò nella nascente industria di falegnameria Navello, a Dogliani, nelle Langhe, dove incontrò Pompeo Colajanni, nisseno, ufficiale di cavalleria, uno dei più noti capi partigiani del nord Italia. Passata la tempesta, e dopo aver lavorato per anni in Piemonte, Michele torna a Caltanissetta, dove di sposa e mette su famiglia. Oltre ad un laboratorio di falegnameria.
Una delle caratteristiche del diario è la qualità della scrittura. Leggendo le righe scarne, eleganti per propria natura del Diario, quasi giornalistiche nella descrizione degli eventi senza mai una concessione alla retorica che pure aveva infarcito la formazione dei figli del regime, si comprende la forza di un popolo che passa indenne attraverso la tragedia della guerra e che pur pagando un prezzo ingente in termini di sangue e sofferenze, rimane tuttavia ottimista rispetto al futuro. Un ottimismo dovuto all’energia che riempie Michele nella sua lotta contro la morte quando si trova solo, in mezzo al mare, aggrappato a un salvagente di sughero, sperduto, ferito e in balia delle onde. Ma non cede, perché a casa sua madre l’aspetta, perché San Michele non può abbandonarlo, perché…. La vita non può essere tradita con la resa. Un grande applauso, occhi lucidi e entusiasmo.