Premierato e autonomia differenziata, la tenaglia che potrebbe scardinare la Costituzione

Azzariti: “Mobilitarsi per non svegliarsi in una democrazia del capo”

Firenze – Ha preso inizio da pochi minuti, il convegno, organizzato dal Coordinamento Democrazia Costituzionale, Libertà e Giustizia, e Salviamo la Costituzione, in difesa della “democrazia costituzionale”. Una giornata di informazione e mobilitazione, in quanto, come dicono molti dei partecipanti, il rischio è che queste riforme dell’assetto sistemico dello Stato arrivino in sordina, e un bel giorno, come dice il professor Gaetano Azzariti, presidente di Salviamo la Costituzione, ci si svegli in una democrazia “del capo”; ovvero, in una forma costituzionale completamente diversa dalla Costituzione nata dalla Resistenza.

Insomma, la posta in gioco è alta, e nessuno dei relatori lo nasconde. come dice Cinzia Niccolai, coordinatrice regionale del Coordinamento Democrazia Costituzionale, che introduce l’evento, e a margine rilascia alcune durissime parole; “Gli elementi di pericolosità di questa riforma del premierato, sposata all’autonomia differenziata”, conducono veramente a un mix letale per le nostre istituzioni. “Al frantumarsi del potere legislativo, attuato in una modalità che va contro l’art. 117 della Cost, e dunque dell’unità italiana, si sposa in contraccambio una presunta stabilizzazione con un premierato eletto dal popolo”, contraffacciato direttamente all’organo della Presidenza della Repubblica, con cui entra naturalmente in conflitto, tant’è vero che al Presidente della Repubblica vengono sottratti poteri fondamentali per il suo ruolo di garante della Costituzione, Una Costituzione che rischia tra l’altro, se qualcuno volesse sfilarsi dall’opposizione, di vedersi mutare senza neppure passare da un referendum popolare. Un obiettivo neanche troppo celato da alcuni esponenti del governo, visto che, storicamente, chi tocca la Costituzione in Italia, sottoposto al giudizio popolare, finora non ha avuto fortuna.

Silvia Mandarino, vice presidente nazionale del Coordinamento, non ha mezzi termini per definire il tentativo della maggioranza di introdurre premierato e autonomia differenziata: si tratta di “un tentativo pericoloso, perché mira a sostituire la Costituzione repubblicana”, mentre Beniamino Deidda, già Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Firenze, spiega: “Per quanto riguarda l’autonomia differenziata, qualche appiglio in Costituzione esiste, a seguito della riforma del capitolo V della Carta. Tuttavia, c’è modo e modo nell’attuazione, a cominciare dal fatto che alcune materie che sono tipiche della legislazione statale vengono invece disperse in mille rivoli, come ad esempio l’istruzione, che è anche, non scordiamolo, un potente strumento di eguaglianza”. Insomma il timore è di vedere reralizzarsi un pulviscolo di repubblichette, in cui neppure il numero di materie esclusive è simile, potendo occupare da 23 materie a uno o due, perla legislazione esclusiva. Non solo: col rischio, se una Regione ad esempio prendesse in carico tutte le 23 materie ammesse, di andare contro l’art. 117 della Costituzione.

“E’ importante mobilitarsi -dice Gaetano Azzariti – perché *è in gioco sostanzialmente la nostra democrazia, nè più né meno. Se passano queste riforme avremo un’altra democrazia, quella del Capo, e quindi, quantomeno, chiunque deve porsi il problema molto seriamente”. In evidenza, anche la sordina che è stata posta alla questione, che rischia di strisciare verso la fine, senza che sia stata costruita una consapevolezza reale delle persone. 2C’è molta disattenzione – continua ancora Azzariti – e questa è una buona ragione per organizzare incontri come questo”.

Ancora più reciso ex Presidente di Sezione di Corte Cassazione Domenico Gallo: “Se questi progetti andranno avanti, sarà cambiato in modo definitivo il volto della Repubblica, che fino adesso è rimasto quello fondato dalla Costituzione nata dalla Resistenza di impronta chiaramente antifascista. Stiamo navigando verso una democrazia illiberale, di cui abbiamo già esempi, in Europa l’Ungheria, e vicino all’Europa la Turchia”.Un modello di autocrazia elettiva, che esce dai confini della democrazia. Quanto al rischio che una riforma di tale portata passi senza essere sottoposta a referendum, purtroppo non si può dire nullo, dal momento che, “nel ventre molle del centrosinistra qualcuno si sta muovendo per trovare un accordo. Speriamo di no”.

Tomaso Montanari, a margine dell’evento: “Sarebbe la botta finale alla democrazia – dice – il progetto della Costituzione è un progetto di solidarietà e democrazia .L’Autonomia differenziata mette fine all’Italia come la conosciamo”. Il contrario “del sortirne insieme del buon Milani . dice ancora, riferendosi all’autonomia differenziata – qui ognuno ne sorte alla sua, ne sortono i ricchi e i poveri rimangono dentro”.

“il premierato non è un presidenzialismo, co0n i suoi contrappesi di cui si potrebbe perfino discutere. Io non sono d’accordo, ma si potrebbe discuterne. Ma una proposta come questa non ha riferimenti nel mondo. Di fatto, come dice Lorenza Carlassare, si vogliono i pieni poteri, si vuole comandare, non si vule governare, e questo è la fine del progertto della Costituzoine”.

“Bisogna riconoscere che sono stati fatti molti errori anche a sinistra , perché di fatto la riforma proposta si ispira al modello delle Regioni, Credo che questa si anche la strada per fare capire ai cittadini e alle cittadine cosa vorrebbe dire”, in particolare per quanto riguarda i sindaci eletti con voto popolare: “Si elegge un piccolo dittatore che è sindaco, dopodiché fa quello che vuole. I consigli comunali contano ancora?”.

Credibilità di chi la propone, “Meloni dice che vuole dare più poteri ai cittadini è credibile chi ha riempito il governo di parenti, uno dei quali ferma i treni quando vuole? E’ una riforma che vuole dare più potere ai cittadini o accentrare i potere nelle mani di chi ce l’ha già?”.

Infine, sul rischio che tutto passi con maggioranza dei due terzi senza passare per il referendum popolare, “Se succedesse, sarebbe per un aiuto, improvvido, delle truppe dell’Arabia Saudita. Questo dovrebbe fare riflettere molto anche chi gioca col fuoco a Firenze, in tema di alleanze”.

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