Dunque è ufficiale quanto 7per24 aveva scritto 5 giorni fa: il Pd perde il sindaco di Reggio Emilia visto che Marco Massari non è mai stato iscritto né, stando almeno a quanto va dicendo nei salotti buoni dove è stato incoronato, non ha la minima intenzione di farlo in tempi brevi.
Ha vinto, anzi stravinto il Pattone, quel ristrettissimo cenacolo quasi ottuagenario cattocom che da 20 anni piazza fedelissimi yesmen nei posti di potere e danarosi.
A palesare il suo ritiro dall’agone interno è stato lo stesso, ormai ex, “candidato naturale” Lanfranco de Franco via facebook. Con un post apparentemente accomodante, realmente velenoso, per chi lo sa leggere naturalmente, in diversi punti.
Ad esempio quando dichiara che “non ci siamo mai misurati su temi e proposte”: ovvio. Altrimenti su molti argomenti (bioetica, sicurezza, rapporti con l’associazionismo cattolico e laico di sinistra, dirigenti comunali, vertici delle partecipate Iren – Act -Farmacie – Stu Reggiane – Palazzo Magnani) si sarebbero trovati in disaccordo.
Molto critico anche il passaggio sulle mancate primarie, che i “big” hanno buttato nel cesso snaturando il partito. Non a caso il gruppetto ex Pci di sostegno a Massari non ha mai votato Pd ed anzi lavora più o meno apertamente per sostituirlo con un’altra formazione più “de sinistra”. “Non ho avuto l’appoggio dei big ma la base era con me”, ha sostanzialmente scritto de Franco.
Poi il passaggio sullo scontro generazionale che di fatto ha animato questi mesi, il più duro e che traduciamo con parole nostre a beneficio di chi ci legge (sappiamo essere in tanti e taluni pure autorevoli): avete dato un calcio in bocca a tanti giovani che assieme a me si sono avvicinati alla politica.
Sotto il post defranchiano corrono veloci molti commenti di aperta delusione e chiara critica. Che fanno preludere all’ipotesi del voto disgiunto: cioè voteranno lui ed il Pd in Consiglio comunale ma per il sindaco potrebbero mettere la croce da un’altra parte. Ovvero in tanti nel partito, per protesta contro il Pattone Delrio-Castagnetti e contro gli ultra 70enni ex Pci gravitanti attorno a Vecchi che hanno silurato de Franco, molto probabilmente lo faranno.
A questo punto chissà se la coppia Massimo Gazza e Luca Vecchi, segretario del partito e sindaco uscente, gli riserverà un’ulteriore umiliazione definendolo “una risorsa per il Pd”. In genere quando si dà della “risorsa” ad uno, significa che lo danno politicamente per morto.
I consiglieri comunali Pd che saranno eletti con ogni probabilità, al 50% almeno saranno di area Delrio (come oggi) e nel partito reggiano odierno, men che meno in movimenti minori come Sic e Sel, non ci sono figure con un profilo di sinistra, de Franco a parte, in grado di raccogliere le 400 preferenze necessarie per varcare la soglia di sala Tricolore. E come spesso accade, anche questa volta la direzione Pd non servirà a nulla; convocata a giochi fatti, quando i “big” hanno già apparecchiato la tavola. Non solo quindi si privano gli iscritti del diritto di esprimersi attraverso le primarie ma perfino i loro delegati (eletti in direzione) vengono depauperati della possibilità decisionale limitandosi a ratificare la scelta fatta altrove. Non si sa bene dove né da chi.
Dopo il post di melanconico orgoglio e disillusa partecipazione di de Franco, si è scatenata da una parte la rissa social interna alla sinistra, dall’altra i melliflui clap-clap “bravo Lanfranco per il bene comune” fatti scattare dalla claque del Pattone. Molto attivo il grafico Stefano Salsi, quello del giornaletto satirico “Reggio15” redatto con l’unico scopo di diffondere in città una sana si fa per dire ironia, che ha invitato guarda caso i suoi adepti perlopiù piddini a remare tutti in un’unica direzione, quella massariana naturalmente. Ma il clima è teso, anzi tesissimo. Le voci incazzate sono assai più numerose di quelle concilianti.
Una curiosità finale: il “candidato finale” Marco Massari, destinato ad alti ed altri scranni, in questi giorni ha messo sul mercato le sue poltrone, quelle in senso stretto (vedi immagine sopra). Quando si dice una singolare coincidenza.