Firenze – Cecilia Del Re rompe gli indugi e esce dal Pd, insieme a un manipolo di fedelissimi, delusi dalla “mancanza di confronto e dalle forzature del gruppo dirigente del partito”, come si esprime qualcuno. Del resto, è questa la lagnanza fondamentale che motiva, secondo quanto scrive la stessa Del Re, ex assessora all’urbanistica silurata dallo stesso sindaco uscente Dario Nardella, ufficialmente per una affermazione infelice, ufficiosamente, secondo molti osservatori, per non giungere al confronto con la candidata designata, ovvero l’assessora a welfare Sara Funaro, la scelta di uscire dal Pd0. Eppure, la sua uscita, prodromo intanto per una lista civica, magari nell’attesa di vedere cosa farà Italia Viva con la sua temibilissima candidata Stefania Saccardi, che ha d’altro canto sempre teso la mano a Del Re (invitandola intanto a fare le primarie, quelle che il Pd ha sfuggito come il diavolo) ma che in questo momento qualcuno dice impegnata in trattative serrate col Pd, è anche un colpo non sorprendente e in un certo senso atteso dai gruppi meno inclini a recepire la scelta “fatta da uomini che decidono quali donne avanzano”, senza curarsi della base. Un vulnus, questo del rifiuto a tutti i costi delle primarie, che rischia di alimentare malumori, mal di pancia ma anche defezioni dal Pd. Soprattutto di schleiniani, nonostante la scelta di Elly ormai generale di rinunciare alle primarie come scelta dei cavalli da corsa delle amministrative, e soprattutto di donne; in questo momento, le più arrabbiate per come sono andate le cose.
Del resto, leggendo la nota ufficiale di Cecilia Del Re, dove si esternano le motivazioni che l’hanno indotta a compiere il salto del fosso, sembra davvero di intuire che, al di là dei numeri attuali, il fermento della base non si sia ancora affatto spento. E che consapevole di questo, Del Re abbia deciso in qualche modo di sottolineare delle scelte politiche che continuano a bruciare a una parte del popolo Pd. Annunciando la sua decisione di non rinnovare la tessera del Pd con alcuni dei consiglieri comunali e di quartiere, Del Re sottolinea: “Il Partito Democratico di Firenze ha scelto la chiusura invece della partecipazione, la prepotenza invece dell’ascolto e del dialogo, la paura al posto del coraggio.
Abbiamo atteso che si aprisse un dialogo politico, sui temi e sulle idee, a cui pure abbiamo cercato di contribuire, ma lo abbiamo fatto invano: il PD ha voluto fare a meno di noi in tutto questo percorso e a noi non resta che prenderne atto. Una chiusura e un’autoreferenzialità che non è stata scalfita nemmeno dall’intervento del delegato della Segreteria nazionale, da noi coinvolto per cercare una soluzione, ma che si è trovato davanti nessuna disponibilità a mettere in discussione scelte preconfezionate”.
Se al primo punto della nota c’è quindi la sottolineatura per un atteggiamento di “chiusura”, il secondo attacco riguarda la scelta di non dare adito alle primarie, altro punto debole del partito, accusando il Pd di non ritenere in grado i propri elettori di “scegliersi il loro candidato/a sindaco/a”. Scelta quindi inevitabile, anzi, “resa inevitabile” da un percorso “tutt’altro che trasparente e democratico, da noi puntualmente contestato, senza che alcuna correzione di rotta fosse considerata. In sfregio a quella trasparenza che è il minimo che degli iscritti possano chiedere”. A riprova Del Re riporta il fatto che “non sono neppure stati forniti gli atti della direzione e dell’assemblea che abbiamo ripetutamente chiesto in questo mese e mezzo”. Contro il silenzio dunque, che renderebbe “complici di un sistema che rappresenta un precedente pericoloso non solo per il PD Firenze, ma in
generale per il Partito Democratico”, Del Re dichiara ormai decadute “le condizioni per riporre fiducia in chi oggi “detiene” il PD a Firenze, né sono all’orizzonte prospettive di
cambiamento nelle modalità della sua gestione”.
Per non buttare il bambino e l’acqua sporca tuttavia, l’ex assessora all’urbanistica decide con i fuoriusciti di organizzare un nuovo gruppo politico, per non sprecare “le energie di questi ultimi mesi”, e per continuare ad esserci in città, combattendo a un tempo per garantire la pluralità ma anche per combattere l’astensionismo. Insomma se il Pd non invoglia più gli elettori a votarlo, quel vuoto deve essere in qualche modo riempito. Riempito da una lista di centrosinistra, che tuttavia, o sgomita con IV, o con IV si accorda, dal momento che l’opa sul centrosinistra è appannaggio proprio del partito di Renzi. Almeno a Firenze. “Un laboratorio di idee e proposte per Firenze e per la sua area metropolitana aperto alla partecipazione di tutte e tutti”, spiega Del Re, che poi apre al dialogo “con tutte le forze del centrosinistra della città che sono pronte a costruire11 un progetto alternativo per Firenze e non sono allineate alla continuità imposta dal PD di Nardella. Siamo disponibili cioè a far parte anche di una possibile coalizione con altre forze civiche e politiche ancorate nei valori del centrosinistra”. Insomma, voci suadenti in articolare in direzione di IV, che per ora tace.
Piccati, piccatissimi i vertici del partito toscano. Una mossa che forse non avevano previsto, pronti magari a scommettere che, pur obtorto collo, Del Re e squadretta avessero potuto essere ricondotti all’obbedienza con lo spauracchio, vero da sempre, che le scissioni dal Pd non portano fortuna a chi le fa. A rispondere alla nota ufficiale di uscita di Del Re dal partito, intervengono con una nota congiunta il segretario regionale e deputato Pd Emiliano Fossi e il segretario cittadino del Pd Andrea Ceccarelli. ““Apprendiamo da note ufficiali dell’uscita dal Partito democratico di Cecilia Del Re, insieme a 3 dei 19 consiglieri comunali del Pd di Firenze e di alcuni consiglieri di quartiere, con l’annuncio della nascita di una nuova lista civica – si legge – siamo molto stupiti e sconcertati, non solo da questa scelta, ma soprattutto dalle motivazioni addotte. La storia del nostro partito ci insegna che chi ha deciso di lasciare la comunità del Partito democratico e attuare “scissioni” non ha mai avuto grande seguito. La nostra comunità ci chiede sempre unità, anche nel rispetto delle differenze. Per questo lasciare il Pd è prima di tutto una grave mancanza di rispetto per la nostra comunità. Appaiono davvero surreali poi le motivazioni addotte: perché in questi ultimi mesi con Cecilia ed una delegazione da lei invitata abbiamo avuto già diversi incontri nel corso dei quali abbiamo più volte manifestato la massima disponibilità a costruire percorsi condivisi in vista delle prossime elezioni amministrative. Durante queste occasioni di incontro era presente anche una rappresentanza della segreteria nazionale che ci ha accompagnato in questa fase importante e delicata”.
L’ultimo incontro con Cecilia Del Re risale al 20 dicembre, “giorno in cui abbiamo rinnovato la nostra disponibilità nel trovare un equilibrio nell’ottica di costruire insieme il futuro di Firenze. Per questo leggere il comunicato di oggi e le motivazioni lì elencate davvero ci lascia senza parole. Ma ciò nonostante rimaniamo disponibili al dialogo: le porte del Pd rimangono aperte, perché non esistono fratture insanabili”.
Ha fatto benissimo ! – Il pd fiorentino ha fatto una pessima figura! Tutte le persone che sento , e ne conosco molte, non voteranno per la squadra di Nardella ! Firenze è in una condizione penosa e non occorrono spiegazioni. Chi semina vento, raccoglie tempesta.