Lanfranco e le storie tese: fuoco alle polveri natalizie

Se è vero come (al momento) pare i vertici nazionali, dato lo stallo partitico, abbiano deciso per un candidato fifty fifty Bonaccini/Schlein tra Modena e Reggio, ciò giustificherebbe l’improvvisa accelerazione pro-massariana di alcune frange più o meno riconosciute del “pattone”. Come singolari raccolte firme via whatsapp non si capisce bene a nome di chi

Non sempre il Natale rende tutti più buoni, specie se in ballo ci sono soldi e potere. A volte suscita piuttosto una strana frenesia approssimandosi vieppiù la fine dell’anno. Anche perché nel 2024 ci sono le amministrative. Ed il Pd non ha ancora deciso che pesci pigliare, ovvero che candidato opporre ai contendenti dell’urna.

In questo senso l’area Delrio (una delle due componenti il ventennale “pattone” che governa la città e di cui la qui presenta testata ha fatto genesi, analisi, esegesi allo sfinimento) appare, nonostante l’ubiqua rievocazione dei fatti di Betlemme di 2023 anni fa, molto ma molto tesa. Anche perché il prevedibile stallo (“prevedibile” perché 7per24 ne scrive da mesi e mesi) avrebbe al momento una possibile soluzione. Leggasi spartizione dettata dai vertici nazionali stante l’imbarazzante impasse provinciale, tra Modena e Reggio. Modena quasi sicuramente non andrà all’area Schlein, non perché così avrà deciso qualcuno dall’alto, ma perché a Modena l’area Schlein non tocca palla. E la divisione è tutta tra seguaci del sindaco Muzzarelli e uomini di Bonaccini. Come si risolverà la tenzone della Ghirlandina? Molto probabilmente proprio con quelle primarie che a Reggio il segretario Massimo Gazza ha dichiarato di temere come il diavolo teme l’acqua santa. A Modena dunque un candidato d’area bonacciniana, a Reggio ergo uno schleiniano.

Dei tormenti dei capi e dei lanzichinecchi del Pattone, un de Franco
formato Groucho Marx se la ride

Orbene, sul campo al “pattone” reggiano (dopo aver bruciato poche decine di altri papabili) non resterebbe al momento ufficiosamente che l’infettivologo Marco Massari, ottimo professionista per carità ma col “vizio” (almeno da parte nostra) del comunismo duro e puro. Può Massari, che peraltro non è manco iscritto al Pd, rappresentare l’area Schlein? Certo che no. Allora si torna sempre lì, al “candidato naturale” (altra brillante definizione neologistica coniata dalla qui presente testata che diverte solo noi evidentemente) Lanfranco de Franco.

Marco Massari

Massari ha una storia di militanza giovanile nei Giovani Comunisti ed una più recente di attivista Cgil. De Franco, consigliere di area Ds più votato del Pd alle ultime amministrative, uscì dal Pd insieme a Bersani (di cui è indiscutibilmente l’uomo di riferimento a Reggio Emilia) quando nel Pd spadroneggiava Renzi, di cui Delrio era il braccio destro a livello nazionale e, curiosamente, sempre a Reggio il coordinatore dell’area renziana era proprio l’attuale segretario provinciale Pd Massimo Gazza. De Franco è rientrato nel Pd in occasione dell’ultimo congresso divenendo uno dei leader dell’area Schlein. Già chiedere agli iscritti di sostenere un non iscritto, come Massari, non è segno molto salutare dello stato delle cose dentro il partito.

Esteso come il deserto, paziente come un cammello

C’è altro da aggiungere? Ovviamente solo un ritiro dalla scena agonistica (anche un po’ agonica a dir la verità) del de Franco, opzione per la quale i maggiorenti del “pattone” spingono con “consigli” e pressioni di baratto della sua candidatura a sindaco con altri incarichi, potrebbe permutare in “candidato schleiniano” il Massari con una bella mano di maquillage (ed escamotage) politico. Ma il de Franco regge e non molla.

In settimana l’assessore cattodem Daniele Marchi, dal suo scranno di sala Tricolore, a proposito di “Reggio città delle persone” (per continuità dello slogan Delrio-Vecchi) aveva tuonato sulla bontà e “validità anche per i prossimi anni” dello stesso. Quasi avocando a sé l’incarnazione stessa del vero o presunto modello. Ed è probabilmente da leggere in quest’ottica anche il fatto che sotto l’albero sia spuntato pure un sondaggio whatsapp del grafico Stefano Salsi detto il “Tenente” sempre molto vicino a certe (specie quelle Delrio) amministrazioni, che raccoglie firme, non si capisce bene a nome di chi, pro Massari. Il “Tenente” tiene famiglia appunto (come tutti noi d’altro canto) e pure uno studio ben avviato. Possa servire di lezione in futuro: se si fossero adottati fin dall’inizio i criteri di trasparenza e democrazia, pur previsti dallo statuto del partito, nell’individuazione del candidato, magari si sarebbe potuto evitare il rischio di trasformazione in farsa di più d’un passaggio di questa vicenda. Tipo le voci che si rincorrono di un ritorno di fiamma di primarie invocate (e dal nostro punto di vista ormai assai improbabili) dagli stessi esponenti di quel Pattone che fino a ieri avevano fatto di tutto per evitarle (in funzione anti-de Franco).

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