Firenze – Dal prisma di The Dark Side of the Moon al “maiale aerostatico” di Animals dei Pink Floyd fino al design lisergico di House of the Holy dei Led Zeppelin: arriva in prima italiana martedì 7 novembre, ore 21, al cinema La Compagnia “Squaring the circle (the story of hipgnosis)” di Anton Corbijn al Festival dei Popoli, che racconta la storia dello studio grafico che ideò le più iconiche copertine degli album rock negli anni Settanta. Il documentario di Corbijn racconta la storia di Storm Thorgerson e Aubrey “Po” Powell, i geni creativi che si celano dietro l’iconico studio di design artistico degli album, Hipgnosis, responsabile di alcune delle copertine più riconoscibili di tutti i tempi. Immagini che hanno reso popolare una musica precedentemente considerata marginale e sono stati al centro dell’epoca più folle, divertente e creativa della storia della musica popolare. Non hanno mai suonato una nota, ma hanno cambiato la musica. Il film contiene interviste inedite a Roger Waters, David Gilmour e Nick Mason dei Pink Floyd, Jimmy Page e Robert Plant dei Led Zeppelin, Paul McCartney e altri artisti.
Al cinema La Compagnia la giornata al cinema inizia alle 15 con il concorso internazionale: il corto “The song of the years to come” di Alexander Cabeza, viaggio etnografico sull’isola La Gomera, in cui passato e presente si fondono, tra il paesaggio vulcanico e il Silbo, la lingua fischiata dell’isola, anticipa “Taxibol” di Tommaso Santambrogio, che conduce tra le decadenti strade cubane, con Lav Diaz – il famoso regista filippino – e Gustavo Flecha – un loquace tassista cubano – che si ritrovano a discutere di politica, migrazione, condizioni sociali e amore.
Alle 16.45 in sala, per la sezione Doc Highlights, “Posso entrare? Ode to Naples” di Trudie Styler, regista e moglie del cantante Sting, che porta sullo schermo la sua vista su Napoli, città di cultura e creatività, ma anche di caos e di abbandono criminale: rivela una città di generosità e crudeltà, una città di luci e ombre, con interviste a don Antonio Loffredo, parroco ribelle e illuminato del quartiere Sanità, l’attore Francesco Di Leva fondatore del Teatro NEST a San Giovanni a Teduccio, lo scrittore Roberto Saviano, l’artista Jorit, la canzone originale Neapolis di Clementino, ma anche le “forti guerriere” che combattono per le donne, i castagnari, Antonio, veterano delle Quattro Giornate di Napoli durante la seconda guerra mondiale.
A seguire alle 18.45, il cinema d’avanguardia con la retrospettiva dedicata a Pedro Costa: sarà proiettato “Bones”, suo film del 1997 che ha vinto il premio per la migliore fotografia alla Mostra del Cinema di Venezia dello stesso anno, storia di una giovane donna suicida che affida il figlio appena nato al padre fannullone nei bassifondi di Fontainhas a Lisbona. Alle 15, invece, allo spazio Alfieri, ci sarà le proiezione di “Down to earth” del 1995, il film racconta la storia di Mariana, un’infermiera che lascia Lisbona per accompagnare un lavoratore immigrato in stato comatoso nel suo viaggio di ritorno a Capo Verde.
Allo Spazio Alfieri invece la giornata inizierà alle 10 (ingresso libero) con la sezione Doc at work – Future Campus, dove saranno proiettati i corti “WIld flowers” di Karla Crnčević, “Smoke of the fire” di Daryna Mamaisur, “Sonnenhof” di Tatjana Fanny Honegger. Alle 11.30, il momento della masterclass con la regista Tatiana Huezo, ospite del festival a cui è dedicata una retrospettiva d’autore nell’edizione di quest’anno del festival: considerata una delle registe più d’impatto nel cinema emergente, dialogherà con il pubblico in sala. Alle 21, sarà proiettato in sala il suo “Tempestad” del 2016: protagonista è Miriam, accusata ingiustamente, torna a casa, e in un viaggio tra paese e memoria del carcere racconta crudeli realtà.
Sempre all’Alfieri, la serata continua alle 17, per i Doc Highlights, con “Who I am not” di Tünde Skovrán, a cui seguirà il talk a cura della Scuola Normale Superiore, un film che dà voce al due per cento della popolazione mondiale, a lungo ignorato e per lo più silenzioso: la comunità intersessuale. Sharon-Rose Khumalo, una reginetta di bellezza sudafricana, entra in crisi d’identità dopo aver scoperto di essere intersessuale, e l’unica persona in grado di aiutarla è Dimakatso Sebidi, un attivista intersessuale di sesso maschile che si rivela essere il suo esatto opposto. Alle 19.15, per il concorso italiano, invece, c’è “Souvernirs of war” di Georg Zeller, che prova a ricostruire e superare il trauma della guerra dei balcani, con le storie di uomini in Bosnia, che si domandano quando può dirsi finita una guerra.