Firenze – E’ la Toscana a rivelarsi la regione con più lotti ad uso alberghiero in vendita all’asta, nei primi sei mesi dell’anno: su 321 strutture finite all’incanto, 43 si trovano nella nostra regione, in particolare in provincia di Siena. A seguire, l’Emilia Romagna con 35, e la Sicilia che si ferma a 30. L’analisi, che è stata realizzata dal Centro Studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions, ha anche rivelato che il prezzo base d’asta medio per lotto è però inferiore alla media nazionale (860.000 vs 1.200.000).
Proseguendo nell’analisi, si scopre che l’immobile con il prezzo base più alto è stato staggito e aggiudicato davanti al Tribunale di Siena. Si tratta, come si legge nella nota, di un complesso immobiliare a uso ricettivo alberghiero, comprendente una villa storica stile liberty, con ampliamento realizzato in epoca successiva, composto da ristorante, camere, con annesso parco, piscina e 4 appezzamenti di terreno limitrofi, comprendenti anche un ampio parcheggio. La vendita si è realizzata per 3.380.000 euro (offerta minima) con un prezzo base di partenza pari a 4.500.000 euro.
Se si allarga lo sguardo al territorio nazionale, il lotto con valore più alto è riferito al fallimento della “Venezia Futura Srl”, dichiarato dal Tribunale di Padova. Si sta parlando di un albergo a 4 stelle, Hotel NH Venezia Laguna Palace, sito a Mestre e composto da diversi edifici. La procedura ha previsto due esperimenti di vendita, di cui il primo al prezzo base di 27.000.000 e il successivo al prezzo di 24.300.000 euro. Ad oggi, informano dal Centro Studi, non è noto l’esito dell’esperimento e non risultano tuttavia pubblicati nuovi avvisi di vendita.
Il secondo hotel, per prezzo base d’asta, è situato nella capitale: si tratta dell’Hotel Mondial, classificato 4 stelle, con 84 camere a disposizione, vicino alle terme di Diocleziano. L’ultimo esperimento al prezzo di 20.000.000 euro con possibilità di offerta minima di 15.000.000 di euro. Anche per questa asta non è ancora stato reso pubblico l’esito ma non si rilevano pubblicazioni di nuovi avvisi di vendita.
Dei beni in vendita nel primo semestre 2023, quello che ha subito il maggior deprezzamento è un albergo sito in Falerna (CZ), Località Cartolano, con accesso diretto sulla spiaggia, sviluppato su complessivi sette piani, di cui uno interrato. L’esperimento, bandito dal tribunale di Lamezia Terme, si è tenuto al prezzo base di 2.162.250 euro verso un valore di CTU (consulente tecnico di ufficio) di 12.515.416,08 euro. L’asta è andata ulteriormente deserta.
“L’auspicata ripresa del turismo, e la concorrenza degli “affitti brevi”, condizioneranno l’andamento del mercato alberghiero e, di conseguenza, l’interesse di potenziali acquirenti a investire in immobili la cui gestione richiede consistenti risorse e competenze specifiche. Soluzioni alternative alle vendite giudiziarie, come per esempio le vendite dirette, potrebbero accelerare la collocazione dei cespiti in vendita e il ristoro dei creditori, evitando anche il rischio di definitiva chiusura degli esercizi”, dice Massimiliano Morana, AD NPLs_RE Solutions.
Secondo l’indagine condotta dalla Banca d’Italia sul turismo internazionale, nel 2022 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è più che raddoppiata rispetto all’anno precedente, riportandosi in prossimità dei livelli antecedenti la pandemia; in termini reali risulta tuttavia ancora inferiore di quasi il 10 per cento. “In un contesto di ripresa del turismo internazionale a livello globale, ad eccezione dei paesi asiatici in cui le restrizioni ai movimenti si sono protratte per larga parte del 2022, la quota di mercato dell’Italia è significativamente cresciuta, dal 3,9 al 4,5 per cento – continua la nota – alla crescita delle entrate turistiche dell’Italia hanno contribuito in pari misura la spesa dei viaggiatori provenienti dalla UE e quella dei viaggiatori extra-UE; per questi ultimi ha pesato soprattutto il forte incremento delle entrate dagli Stati Uniti e, in misura minore, dal Regno Unito”.
Il traino principale della spesa per viaggi di vacanza è rappresentata dai viaggi culturali e dalle visite alle città d’arte, che erano stati maggiormente penalizzati durante la pandemia. In aumento anche la spesa connessa con i viaggi per motivi di lavoro.