Firenze – Un’ennesima tragedia sfiorata per crollo in pieno giorno all’Isolotto di un grande ramo della parte superiore del tronco di un platano, è stata sventata dalla presenza, dalla prontezza e dalla competenza di un boscaiolo tecnico comunale presente per caso sul posto. Un episodio che riporta l’attenzione sul problema “delle gravissime carenze dell’attuale sistema gestionale del verde del Comune di Firenze”. E’ ciò che dichiara il professor Mario Bencivenni, mentre racconta l’episodio cui ha assistito in prima persona lunedì 28 agosto, tra le 16 e le 16,25.
“L’episodio è avvenuto all’Isolotto nel giardino pubblico con accesso principale da via Torcicoda e che arriva fino alla sede del CEP-Comunità dell’Isolotto – scrive il professore – sul lato di Via degli Aceri una porzione della parte superiore del tronco di un platano è crollata nel giro di 20 minuti a causa di alcune folate di vento proveniente da Est. Per puro caso mi sono trovato di persona ad assistere a questo crollo e vorrei testimoniare come, nonostante l’ora in cui è avvenuto il crollo da notevole altezza, esso abbia avuto conseguenze limitate di danni per puro caso”
“Durante la passeggiata consueta che dopo pranzo faccio per fare sgambare “Nando” , il labrador che mio figlio mi affida quando lavora, in un altro giardinetto pubblico posto sull’angolo fra la stessa via degli Aceri e via delle Mimose, ho incontrato un operatore del servizio giardini del Comune che stava annaffiando con autobotte due aceri di recente impianto – racconta Bencivenni – data la rarità di vedere una scena del genere (questa operazione è infatti ormai quasi totalmente affidata a ditte esterne o a impianti di irrigazione abbandonati a se stessi dopo la loro istallazione e pertanto destinati a non funzionare), mi sono fermato a chiedergli informazioni e soprattutto invitarlo ad andare a vedere le condizioni di un giovane pino messo a dimora un anno fa, sul lato opposto del più grande giardino pubblico che ospita anche il platano del cedimento. Ho accompagnato l’operatore nel giardino dove, dopo aver posteggiato l’autobotte nei pressi del giovane pino e costatato il non funzionamento dell’impianto di irrigazione , ha provveduto a bagnare adeguatamente la pianta”.
“Nel tempo necessario alla bagnatura, oltre a ringraziare l’operatore per il suo intervento, ho appreso che si trattava di un tecnico con qualifica di boscaiolo, cioè di esperto e addetto alle alberature – continua il professore – da lui ho avuto conferma del fatto che questa figura professionale, ormai ridotta a poche unità nell’organico del servizio giardini comunale, svolge sempre più raramente interventi sulle alberature di tutta la città perché gran parte di questi è ormai data in appalto a ditte esterne. Mentre parlavamo, a seguito di una folata di vento di non particolare forza, abbiamo sentito provenire dal platano sul lato di Via degli Aceri e distante da noi circa 50 metri, un sordo rumore di frattura. Il tecnico boscaiolo ha immediatamente individuato cosa stava succedendo sulla sommità dell’alta pianta e mentre si attivava a telefonare a chi di dovere, si è precipitato in via degli Aceri chiedendomi di aiutarlo a tenere lontani i possibili pedoni che potevano passare sul marciapiedi di lato all’albero, andando poi a suonare agli inquilini del palazzo posto al numero civico 4 per dirgli di spostare le auto che erano in sosta di fronte all’albero”.
“Confesso che, nonostante una discreta conoscenza che ho anche io sugli alberi, ho ritenuta eccessiva questa rapidissima e lucida azione del tecnico per assicurarsi di mettere in sicurezza e interdire alle persone l’area interessata dall’eventuale cedimento del tronco che avevamo sentito scricchiolare – continua Bencivenni – eppure questa tempestiva azione, messa in atto in attesa dei tempi abbastanza lunghi di arrivo di mezzi per la messa in sicurezza dell’albero e della polizia municipale, ha non solo impedito il transitare di pedoni, ma anche in un momento di assoluta assenza di vento, di consentire al proprietario di un’auto che era a casa di spostare la propria vettura. Dopo circa 20 minuti nei quali si è espletata l’ azione prontamente messa in atto dal boscaiolo, la sommità del tronco con un rumore ancora più forte e per fortuna trattenuto dalle branche sottostanti, è crollato sulla strada danneggiando seriamente tuttavia due auto in sosta. Dopo il crollo sono finalmente arrivati sia operatori con piattaforma e mezzi per verificare la situazione della zona interessata dal distacco del tronco e per rimuovere il grande ramo crollato sulla sede stradale, sia la polizia municipale, per seguire le operazioni di pronto intervento e redigere i verbali e le rilevazioni dell’accaduto”.
Fra le constatazioni che l’episodio ha provocato nello studioso, una è evidente anche dalle fotografie: dai resti del tronco, si vede come fosse interessato da una carie interna enorme, ben evidente in un punto anche dall’esterno.
Questo dato rende legittime alcune domande, dice Bencivenni: “Quando e da chi è stato effettuato l’ultimo intervento di manutenzione ordinaria (potatura di contenimento) sul platano? Quando e da chi è stato effettuata l’ultima valutazione di stabilità del Platano? Come è possibile che chi ha fatto la manutenzione ordinaria della pianta o ha il compito di monitorare il suo stato di salute non si sia accordo di una carie di questa dimensione probabilmente originata da infiltrazioni di acqua da precedenti potature o rotture?”.
Inoltre, Bencivenni ricorda che accanto al luogo dove è accaduto il cedimento di lunedì, è crollato un platano di grandi dimensioni, causato dal cedimento dell’apparato radicale, posto a poche decine di metri dall’area giochi che si trova fra il giardino di via degli Aceri e Viale dei Bambini, proprio dove erano stati abbattuti quattro pini domestici, mentre il platano adiacente era stato lasciato in piedi. Nessuno si era accorto evidentemente del suo vero stato. “Alla luce dell’ultimo episodio – conclude Bencivenni – come è possibile che i pochi tecnici boscaioli in organico siano usati per l’annaffiatura delle giovani piante invece di destinarli alla cura generale delle alberature ornamentali della città?”.
Questo evento, che purtroppo risulta non una eccezione ma una costante negli ultimi decenni, “non fa altro che sottolineare una denuncia che da anni come associazioni ambientaliste e comitati di cittadini abbiamo reso nota: il vero problema nella gestione delle alberature ornamentali di Firenze è quello dello smantellamento progressivo in atto del Servizio Giardini Comunale nel suo organico progettuale, ma soprattutto in quello operativo a favore dell’esternalizzazione non solo dei lavori ma anche dei servizi”.
“La proposta che per noi è l’unica garanzia per arrivare ad una vera conservazione e incremento del patrimonio del verde urbano, è quella di ricostituire un organico stabile di tecnici/giardinieri/boscaioli di circa di circa 500 unità, che in prospettiva rispetto anche ai grandi proclami di massicci interventi di nuove piantagioni, ricostituisca quel rapporto necessario di presenza costante sul territorio di un tecnico/giardiniere/boscaiolo ogni 200 alberi del patrimonio pubblico”, rilancia Bencivenni che è anche vice presidente di Italia Nostra Firenze.
Una soluzione indispensabile che nel contempo sarebbe occasione per creare “grandi opportunità di lavoro e di formazione stabile nel tempo per giovani diplomati del nostro Istituto Agrario delle Cascine, oltre che una grande occasione per i tecnici/giardinieri/boscaioli attualmente in servizio, di trasmettere il loro sapere e la loro esperienza pluridecennale ai giovani. Senza contare il grande vantaggio rappresentato dalla cura costante nel tempo e nello spazio delle alberature ornamentali, unica garanzia per contenere al minimo i rischi e per fare godere degli immensi benefici che vengono da questo importante bene comune”.