Roberto Fieschi
Normalmente dimentico quanto mi è successo il giorno prima, mentre mi tornano alla mente con lucidità scene e vicende di quando ero bambino o ragazzo. Credo che ciò rientri nel normale funzionamento della memoria, ho letto che dopo i settant’anni si perdono 100000 neuroni al giorno. Recentemente ho ricostruito un aspetto minore, di moltissimi anni fa, della vita mia e dei miei amici: i canti trasgressivi – per allora – da taverna, da noi intonati con impegno quando eravamo un po’ brilli.
Le osterie
Sono un grossolano bagaglio “culturale” di molti adolescenti di allora. A quel tempo ci sembravano spiritose e trasgressive, alcune sono divertenti. Dalla meno nota numero zero, dove si trova il Frate Nero, non il mitico Berthold Schwarz di Friburgo, il “monaco nero”, inventore della polvere da sparo, ma quello “che con mille evoluzioni suona il piano coi c.”, alla famosa numero venti, freudiana castratrice.
Il refrain è:
Daghela ben, biondina
Daghela ben, biondà.
Sullo stesso tema, ma più allegra, l’Osteriadel pela-pela, opera di uno degli amici creativi:
“Se la f. avesse la vela,
Quanti giovani nuotare,
Quanti c. in mezzo al mare!”.
E’ simile alla numero cento.
Alcune Osterie coinvolgono una signora nota come Peppina (Giuseppina); la più complessa, anche se poco realistica, è la numero quattro che contiene due postille:
“La Peppina ha rotto un piatto.
Per non farglielo vedere
Se lo schiaffa nel sedere.”
Postilla:
“Tosto arriva il fidanzato
Ed il piatto è ritrovato.”
Seconda postilla:
“Se ne va quel disgraziato
Con il c. tagliuzzato.”
E poi c’erano quelle che rispecchiavano l’anticlericalismo alla “Don Basilio”, un settimanale di allora (1): l’osteria del Vaticano, dove
“E’ successo un fatto strano:
C’era il Papa sulle scale
Che i…un Cardinale”. (2)
L’omofobia era allora imperante, e non solo nella nostra società; si pensi alla condanna a Oscar Wilde e al suicidio di Alan Touring. Uso le sole iniziali, c. e f. per no appesantire l’esposizione. Oggi la trasgressività di questo turpiloquio si è perduta, termini come c. e f. sono entrati nel linguaggio corrente anche negli asili nido e nei monasteri di clausura.
I Misteri
Già che siamo in tema delle classiche volgarità, ricordo anche i Misteri.
C’è quello di San Cirillo, che col c. fatto a spillo inc. i passeri.
Numerosi sono i santi con il nome Cirillo venerati dalla Chiesa cattolica e/o da quella ortodossa; non so quale sia quello qui “contemplato” (3). Ma il Mistero più noto è quello di Sant’Ilario, che con l’apposito strumento sul binario/ deragliava i rapidi.
E’ a me particolarmente vicino per due ragioni; la prima: nel 1966 partecipai, con mia figlia Elena di 13 anni, a una grande marcia della pace, 25 chilometri da Parma a Reggio, sotto una pioggerellina fitta: c’erano Danilo Dolci, attivista della nonviolenza, Ernesto Treccani, pittore, in parte su una macchina a causa di un piede dolente, Andrea Gaggero, sacerdote italiano che partecipò alla guerra di liberazione, e molti molti altri. Il Comune di Sant’Ilario, a un terzo della marcia, ci accolse e ci offrì il pranzo, grande tavolate, allegria, senso di solidarietà umana. Qualche anno dopo, la Giunta comunale mi ha invitato a parlare al Consiglio sulle armi nucleari; era il tempo in cui si programmava l’installazione dei missili Cruise a Comiso, in Sicilia.
La seconda: il Comune di Parma nel 2003 mi onorò con il Premio Sant’Ilario, assegnato ai cittadini che con la propria attività si sono distinti nel campo delle arti, delle scienze, dello sport, dell’industria o della solidarietà.
Sant Ilario
Anche di santi col nome Ilario ce n’è parecchi, ma a quel tempo noi non lo sapevamo (4).
Sui Misteri si sbizzarriva la creatività dei miei compagni; ricordo quello del Conte Teodoro, Che col c. tutto d’oro Svalutava il dollaro
E’ quasi un’anticipazione della denuncia (1971) degli accordi di Bretton Woods che sancivano la fine delle parità fra dollaro e oro.
In rete ho trovato anche un Mistero che non conoscevo, piuttosto originale, con un taglio quasi scientifico:
Nel quarto mistero voluttuoso
Si contempla Sant’Ambrogio
Che col c. ad orologio
Soppesava gli attimi!….
Alla fantascienza si ispira invece quello di Sant Arturo
Che col c. nel futuro
I… i posteri.
E c’erano anche alcuni misteri accademici:
“Si contempla Mario Rolla
Che mangiava l’acciaio temperato
E defecava la molla”.
Rolla era il professore di chimica.
Recentemente ho chiesto ai miei nipoti se conoscessero questi canti quasi gregoriani: buio completo, ma si sono divertiti. Mio figlio invece mi ha fatto notare che è violata la parità di genere, troppo trascurate le Sante; me ne ha proposte un paio come quote rosa, ma ve le risparmio, anche perché sono sgradevoli e volgari. Non credo che quanto riporto abbia un grande interesse, tutt’al più è un indice di un vecchio, superato costume e può far solo sorridere.
(1) Il Don Basilio, “settimanale politico contro le parrocchie di ogni colore”, è stato un settimanale anticlericale dai toni grossolani, pubblicato tra il 1946 e il 1950. Sulla prima pagina presentava vignette del tipo: un brutto e grosso prete che addenta con ingordigia un cosciotto di agnello.
(2) E’ nota anche nella seconda versione, più intima:
“C’era il Papa con gli occhiali
Che i… i Cardinali”.
(3) Costantino, noto con il nome monastico di Cirillo ( Tessalonica, 826 – Roma, 869), fu evangelizzatore di Pannonia e Moravia nel IX secolo ed inventore dell’alfabeto glagolitico.L’alfabeto detto appunto cirillico deriva dall’alfabeto glagolitico
(4) In rete ho trovato questi:
Sant’Ilario o Ilarione di Gaza († 371) monaco palestinese.
Sant’Ilario (†?), martire con i santi Concesso e Demetrio
Sant’Ilario (†?), martire a Bremur
Sant’Ilario di Magonza († 158)
Sant’Ilario di Aquileia († 284), martire ad Aquileia
Sant’Ilario di Tolosa († IV secolo), vescovo di Tolosa
Sant’Ilario di Viterbo († 305), presbitero e diacono
Sant’Ilario di Poitiers († 367), vescovo e dottore della Chiesa
Sant’Ilario di Pavia († 376), vescovo di Pavia
Sant’Ilario (Illario) di Padova († IV secolo)
Sant’Ilario di Arles († 449), monaco a Lérins e poi vescovo di Arles
Sant’Ilario Papa († 468)
Sant’ Ilario di Carcassonne († VI secolo), ritenuto vescovo di Carcassonne
Sant’Ilario di Javols († 535), vescovo di Mende (Francia)
Sant’Ellero o Ilario († 558), monaco, patrono di Galeata
Sant’Ilario di Matera († 1045), abate benedettino