Non deve essere facile essere l’assessore con la delega al Patrimonio e dovere rispondere a chi chiede conto delle operazioni di quella che fino a pochi anni fa era stata una gallina dalle uova d’oro e oggi è un buco nero. E’ accaduto a Mimmo Spadoni che si è trovato nella scomoda posizione di dovere giustificare la svendita di gran parte degli immobili da parte di Iren per avere liquidità immediata e fare fronte ad una situazione di indebitamento molto pesante.
Promotore dell’interpellanza il capogruppo grillino in Sala Tricolore, Matteo Olivieri, che ha incalzato la giunta sulla recente operazione immobiliare di Iren che ha messo in vendita la quasi totlaità del suo patrimonio immobiliare, compresi gli uffici centrali e la sede di via Nubi di Magellano, assicurandosi il diritto di rimanervi in affitto per qualche decennio. Ora, è facilmente comprensibile la ragione della manovra: fare cassa, farla subito. Perché i debiti premono – ammontano a circa 2,7 miliardi e aumenteranno quando si chiuderà l’uscita da Edison e l’acquisizione di Edipower – e il valore degli asset da trasferire e valorizzare attraverso il fondo è indicativamente di 150 milioni di euro.
L’assessore Spadoni si è affannato a dire che l’operazione trova giustificazione in una logica di risparmio e razionalizzazione delle risorse. Le cose non stanno così e Spadoni lo sa bene, così come la sanno bene gli altri amministratori, compreso il sindaco. La situazione è grave, potrebbe diventare irrecuperabile: prima la politica ne prende atto, meglio è.