Alessia Caprari e Maria Rosa Simoncini, amiche di 19 e 25 anni, Umberto Rizzi, 45 anni, la figlia Monica di 27 e l’amico Giuliano Salsi, i coniugi Aldo Mori e Maria Giovanna Formica, 53 e 52 anni. Sono le sette vittime reggiane del disastro della Moby Prince, la più grave tragedia nella storia della marina mercantile italiana nel dopoguerra. Centoquaranta le persone morte tra le fiamme la sera del 10 aprile 1991, quando la nave passeggeri entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada di Livorno. Tra le fiamme alimentate dal petrolio morirono tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio, tranne il giovane mozzo.
Oggi a Livorno, come ogni anno, è il giorno del ricordo: il ricordo di 140 vittime senza giustizia e di un disastro senza colpevoli. Perché le indagini hanno lasciato troppe zone d’ombra e i processi per la tragedia si sono chiusi senza alcun colpevole; anche l’inchiesta bis, aperta dalla Procura di Livorno nel 2006, è stata archiviata nel 2010. Per i magistrati a causare l’incidente sarebbero state una concomitanza di circostanze sfortunate, a cominciare dalla nebbia calata improvvisamenre quella notte (circostanza smentita però da diversi testimoni) e l’insufficienza delle regole di sicurezza in rada. Ma i dubbi sulle condizioni dell’imbarcazione e sulle responsabilità non sono mai stati chiariti. Poi c’è il mistero delle cinque navi che riportavano a Camp Darby armi usate nella guerra del Golfo: possibile che sui radar e negli archivi militari non ci sia traccia di quello che è accaduto quella notte? Le autorità italiane e statunitensi si sono sempre trincerate dietro una cortina di silenzio.
A Livorno in rappresentanza di Comune e Provincia si sono recati il consigliere comunale Nando Rinaldi, con il gonfalone della città, e il presidente del consiglio provinciale Gianluca Chierici. Per gli altri Comuni di cui erano originarie le vittime reggiane, Bagnolo è presente con il consigliere comunale Katia Pizzetti e il sindaco di Poviglio Gianmaria Manghi.
Al mattino la cerimonia in cattedrale, seguita, nel pomeriggio, dal corteo fino al porto e dal lancio di rose in mare; la novità di quest’anno è la presentazione in anteprima del docufilm“Ventanni. Storia privata del Moby Prince”, in programma al Cinema 4 Mori. Realizzato da Mediaxion, il documentario ha per protagonisti quattro familiari delle vittime, tra cui Loris Rispoli, presidente Comitato 140, un’associazione che raggruppa la maggioranza dei parenti delle vittime, Angelo Chessa, figlio del comandante del Moby Prince, Giacomo Sini e Mauro Filippeddu. Si tratta di un documentario che raccoglie testimonianze toccanti e storie legate dal filo conduttore della tragedia del Moby Prince.