Iren fuga le speranze degli utenti; l’Iva sulla Tia2, la tariffa integrata ambientale sarà regolarmente applicata nel 2012 perché i comuni serviti dalla multiutility hanno deciso di applicarla fin dal 1 gennaio 2010. Nonostante la Corte di Cassazione abbia riaperto la discussione sulla legittimità o meno dell’addebito appena il 9 marzo scorso, la precisazione non lascia spazio ad interpretazioni.
Iren dunque considererà morosi coloro che non dovessero pagarla e per le eventuali richieste di rimborso è necessario una specifica normativa a riguardo. Sull’Iva al 10% versata infatti sulla cosidetta Tia1, la tariffa di igiene ambientale applicata dal decreto Ronchi del ’97 e in vigore fino a prima del 1 gennaio 2010, nessuna indicazione è arrivata dagli organi centrali del Governo. Insomma si deve pagare tutto, stando almeno ad Iren nonostante la polemica: è giusta l’Iva su una tassa? Ma non ci si mette d’accordo nemmeno sulle parole.
Intanto prosegue la battaglia del comitato acqua bene comune a proposito dell’esito del referendum di giugno che ha abrogato la remunerazione del capitale investito, ovvero il profitto del gestore che fornisce i servizi idrici. Circa l’11,5% sullo bollette dell’acqua del 2012; da Iren anche in questo caso un invito perentorio a pagare anche quella quota abolita in modo schiacciante dal referendum. Singoli o condomini che non la pagheranno riceveranno i solleciti del caso. In attesa naturalmente di una diversa decisione della tariffa che solo l’Ato, le assemblee dei sindaci in sostanza, potrebbero adottare. Potrebbero, perché nonostante i partiti di riferimento della stragrande maggioranza dei primi cittadini dei nostro comuni abbiano fatto campagna referendaria a favore del “sì”, in qualità di sindaci poi nessuno ha osato finora passare dalle parole ai fatti