Francesca Di Filippo
Scontro aperto sulla liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali. I sindacati sono sul piedi i guerra e avvertono: se non verremo ascoltati passeremo alle “maniere forti”.
I segretari di categoria Luca Marchesini (Filcams/Cgil), Enrico Gobbi (Fisascat/Cisl) e Milva Moretta (Uiltucs/ Uil) hanno presentato la posizione dei sindacati riguardo alla norma contenuta nel “Decreto Salva Italia” e che dovrebbe entrare in vigore entro 90 giorni. Nonostante qesto lasso di tempo, che dovrebbe servire alle Regioni per recepire la legge nazionale ed adeguare le normative locali, la grande distribuzione è già partita annunciando che a breve saranno aperti tutte le domeniche e i giorni festivi.
Il punto è, secondo Marchesini, che questa norma impatterà negativamente soprattutto sulla qualità della vita lavorativa, e non solo, dei lavoratori, soprattutto delle donne, costrette a districarsi tra famiglia e lavoo, con orari sempre più impegnativi. Inoltre, la dilatazione degli orari di apertura si ripercuoterà su tutta la filiera produttiva, con notevoli ricadute economiche.
Dati alla mano, l’unico risultato dell’aumento degli orari di apertura domenicali e festivi degli ultimi anni è stato l’aumento esponenziale delle assunzioni temporanee e part-time: su 76.000 contratti lavorativi stipulati nella provincia di Reggio Emilia, solo il 20% sono a tempo indeterminato.
I sindacati rivendicano, inoltre, la loro richiesta di incontro, già inoltrata il 25 novembre, a tutti i sindaci della Provincia, a partire dal primo cittadino di Reggio Emilia, per capire come intendono affrontare la questione. Al momento l’unico ad aver risposto all’appello è stato il sindaco di Scandiano, Alessio Mammi.
La proposta dei rappresentanti dei lavoratori è la seguente: “Un accordo che sia in grado di conciliare le esigenze dei consumatori con la libertà delle lavoratrici e dei lavoratori di avere orari di lavoro decenti, attraverso un criterio di aperture suddivise per zone e a turnazone”. Il tutto – concludono i sindacalisti – per evitare le domeniche di apertura coplessive e contesualmente evitare le aperture nelle festività laiche e religiose della nostra storia e cultura. Se le istituzioni locali non risponderanno all’appello, avvertono i tre segretari, alla fase di “testimonianza”, seguiranno agitazioni e mobilitazioni, come la proclamazione di uno sciopero per tutte le festività del 2012 o l’organizzazione di “assemblee innovative”, che coinvolgeranno gli operatori commerciali durante gli orari di lavoro festivi.
Sul fronte opposto, Annarella Ferretti del Cna, pur considerando la nuova norma un’opportunità, ritiene che sia comunque necessario instaurare sinergie con la grande distribuzione, in modo da salvaguardare i piccoli esercizi commerciali che, altrimenti, rischierebbero la chiusura.