Gianfranco Parmiggiani
Mario Monti: distinto. Come lui. Impeccabile politico dell’antipolitica, burocrate dell’antiburocrazia, plutocrate dell’anti-casta. Promette equità mentre sparge quintessenze di tassazioni astronomiche ammannendo pacate e argute battute, finalmente non sulla gnocca. E giù applausi, dai privilegiati che lo temono e dal popolo che non guarda il proprio portafoglio ma la presunta castità della sua vita privata
Platea del Valli: gravemente insufficiente. Si spella le mani in modo direttamente proporzionale alle stoccate che Monti lancia verso lei. Non la condivisione di un discorso programmatico bensì un rito collettivo propiziatorio, una catarsi scongiurante alcuni dei passaggi montiani. Una scrosciante preghiera tribale più che un teatrale battimani di consenzienti
Folla in piazza: sufficiente. Numerosa nonostante i saldi, patriottica nonostante il generale magna-magna bianco-rosso-verde. Sventolicchia qualche vessillo evidentemente retrodata più nella storia che proiettata nell’attualità
Lega, Rifondazione, Indignati: buono. Sono gli unici che, a scapito di una provincialotta figura nel Cispadana-day, gridano a pieni polmoni quello che pensano i più (partiti compresi ma impossibilitati ad esprimerlo pena la scomparsa dall’arco costituzionale). Che le colpe siano poi anche loro (ci si riferisce al Carroccio), è un altro paio di maniche
Grillini e Centro sociale Aq16: insufficienti. I primi si limitano (il giorno in cui avrebbero potuto molto in termini di visibilità anti-parlamentare) a volantinare alcuni anziani. I secondi, evidentemente sempre più etero-diretti da certi ambienti vicini al municipio di Reggio, se ne fottono o quasi del trionfo nazionale del sistema bancario e non lasciano traccia. Se la prenderanno probabilmente con la solita Masini il primo giorno utile di mercato mentre la presidente acquisterà un paio di scarpe Nike gridando allo sfruttamento del lavoro minorile nell’estremo oriente
Graziano Delrio: insufficiente. Ma come; il giorno in cui il sindaco di Reggio nonché presidente Anci ha il premier tra le sue sgrinfie, impalato lì davanti a lui e mezzo assopito nella comoda poltroncina del municipale, invece di una bella tirata sull’insostituibilità dell’ente locale e la schifezza del tremontiano patto di stabilità, non gli sta a suonare la solita tiritera sui massimi sistemi valoriali (risorgimento, resistenza, costituzione) al punto che lo stesso Otello Montanari a confronto è parso il profeta dell’anti-retorica? Ma chi è il ghostwriter di Delrio? Quello della Masini a suo paragone è un titano di concretezza e provocazione…
Cgil, Cisl e Uil: discreto. Alla chetichella, i tre segretari provinciali, Mirto Bassoli, Margherita Salvioli e Luigi Angeletti incantonano il premier in una segreta di sala Tricolore e gli consegnano un papiro con le loro riflessioni sull’articolo 18 e il mondo del lavoro. Si ritagliano una fetta di celebrità con una strategia finalmente condivisa e su un tema prioritario
Il giallo del Posta, ovvero la madre di tutti i ritardi: ottimo. E’ lì, nell’hotel supremo del centro storico che si consumano i 20 minuti di ritardo che scandiscono tutto il 7 gennaio. Mario Monti se li trascinerà dietro con paradossale puntualità durante tutta la mattinata. E non li mollerà più, facendo saltare più d’uno schema. Ma cosa sarà successo all’hotel Posta? Nei corridoi si sussurra di un lungo pit-stop nei lussuosi bagni postiani. Ma può, fosse vera la toilettistica diceria, una sana e sonora pisciatina giustificare ‘sto popò di attesa? 7per24 è pronto a svelarvi l’arcano…