Danilo Morini
Sono passati soltanto pochi mesi da quando, per la prima volta pubblicamente, in un breve racconto si è parlato in queste pagine della presenza femminile che, periodicamente, appare nel castello di Bianello, a Quattro Castella. Prendendo spunto da quegli episodi Fabrizio Ferretti, un giornalista reggiano che scrive sul Giornale dei Misteri, incuriosito dai racconti ascoltati durante una visita guidata al castello ha dato il via ad una serie di indagini interrogando testimoni diretti ed indiretti culminate con la pubblicazione, nel mese di novembre, di un bellissimo reportage che ha raccolto testimonianze ed ipotesi su questa presenza che, però, sembra non essere più la sola a Bianello, ma forse è in buona compagnia.
Dalle testimonianze emerse, si parla infatti di entità viste nelle cucine, nella stanza del ritratto di Matilde – dove, in una notte di sessanta’anni fa, sarebbe stato esploso il famoso colpo di fucile di cui il muro porta ancora i segni – e nell’anticamera della sala da ballo dove, nell’estate 2010, è apparsa l’ormai famosa Signora in verde; ma di una cosa concordano tutti i testimoni: la presenza – o le presenze a questo punto – sono tutte di carattere femminile e, dalle sensazioni e dalle testimonianze raccolte, sembra che siano in quel luogo a protezione del castello o, forse, per custodire qualcosa che hanno lasciato in sospeso, dando a quelle stanze quel senso di pace e di particolarissima armonia che è proprio dei luoghi protetti e molto amati.
A questo articolo, che sollecita e lascia aperte ancora tutte le possibilità di ulteriori indagini, manca però un avvenimento che si è verificato nel mese di ottobre, quando il Giornale dei Misteri era già in stampa. Un gruppo di studenti della Facoltà di Architettura di Ferrara, ospiti al castello per rilevarne le strutture interne, ha notato che, in una fotografie scattata nella stanza del ritratto di Matilde, su di uno specchio è comparso il tratto di una strana figura di profilo, come di un viso che volesse fare capolino oltre la spessa cornice dorata. Tutto ciò non ha mancato di lasciare discretamente stupiti gli – fino ad allora – ignari studenti ma, per chi ha già conosciuto i fenomeni verificatisi nel castello, il pensiero va subito alla Signora in verde che si è fatta vedere per la prima volta riflessa nel vetro di una finestra, come se le presenze di Bianello, essendo femminili, rispettassero un’usanza che è tipica delle donne di ogni tempo: quella di amare vedersi riflesse, in un eterno gioco di bellezza e vanità.
Rimando al reportage di Fabrizio Ferretti la descrizione dei particolari emersi e delle testimonianze raccolte, nella convinzione che le indagini su questo singolare caso siano soltanto all’inizio e che, se si continuerà a lavorarci, ci riserverà ancora molte altre sorprese, aprendo uno squarcio in una dimensione che, sebbene sia spesso derisa e liquidata come sciocca credulità, mantiene però intatto il suo fascino arcano.