Sette, santoni e astrologia: il sonno della ragione

Il professor Fieschi vs l’irrazionalità dilagante

Roberto Fieschi

Ho letto in questi giorni che oltre un milione e mezzo di italiani si legano ad associazioni o a sette che coinvolgono la dimensione spirituale, che le sette censite sono seicentomila, ma forse il doppio se si calcola il sommerso: per togliere il demone ai bambini, con violenza carnale per modificare il karma negativo, con rituali mistici, e così via (ma io non so bene cosa sia questo karma). Non drammaticamente dannose come il “fondamentalismo cristiano” di Anders Breivik, ma nemmeno innocue.

Queste manifestazioni pseudo-religiose si aggiungono alle più tradizionali e innocue illusioni sull’astrologia e sul potere divinatorio di veggenti e maghi.

Per completezza, ricordiamo che gruppi di persone giocano insieme i sistemi delle lotterie, che molti aspettano i numeri ritardati in qualche estrazione, che altri si affidano ai sogni (77 – le gambe delle donne). Secondo una inchiesta, pare che il 35% delle persone creda che vi sia qualche influenza delle stelle, della luna, del sole sul carattere e sul temperamento delle persone.

Il giornale astrologico più diffuso all’inizio dell’anno raggiunge una tiratura di 240 000 copie; gli operatori dell’occulto iscritti a due sindacati sono 150 000; queste attività muovono un giro di affari di 1500 miliardi di lire all’anno (non sono in grado di controllare questi dati di alcuni anni fa, ma mi sembrano plausibili).

Tutte storie e vicende al di fuori del ristretto dominio della razionalità e della scienza.

Ho ripescato il testo di una vecchia lettera spedita a un quotidiano romano di allora e ve la sottopongo perché credo che il contenuto sia ancora, purtroppo, attuale.

“Caro Direttore, qualche sera fa, chiacchierando con alcuni amici, ho scoperto che uno di loro, una simpatica e intelligente dottoressa specializzata in ostetricia, accanita lettrice di riviste di astrologia, era convinta che in periodo di luna piena (o nuova, non ricordo), nascessero più bambini che negli altri giorni del mese. Ho cercato di convincerla che credenze del genere non hanno corrispondenza nei fatti, prima ancora di non trovare alcuna giustificazione scientifica. Per rafforzare la mia ovvia tesi, le ho procurato un lungo elenco, fornitomi dall’Anagrafe di Parma, del numero dei nati, giorno per giorno, sul periodo di ben tre anni. Da esso risulta chiaramente che non ci sono correlazioni fra le nascite e le fasi lunari. Tutto vano!

Soddisfatto di questa mia buona azione in favore del rigore conoscitivo, se non della scienza, il giorno 7 agosto ho sfogliato Paese Sera, leggendo fra l’altro la recensione di un manuale di Astrologia, esposta sotto forma di intervista con l’Autore. Con stupore ho notato che le opinioni dell’Autore venivano accettate come degne di fede, senza il minimo accenno a una critica, a un dubbio, a un sorriso di benevola incredulità. Ne riporto alcune: “L’Astrologia è una cosa seria”, “Quello che è importante non è sotto quale costellazione si è nati, ma come sono disposti i singoli pianeti”, “Il Karma , come dicono gli orientali, esiste, dipende dalle nostre vite precedenti”, “Einstein credeva nell’Astrologia, diceva che era importante per stabilire il carattere di una persona”.

Normalmente su Paese Sera la pagina dei libri, come quella della scienza è molto seria e interessante. Dunque credo che il caldo estivo abbia casualmente contribuito a indebolire la griglia critica del redattore responsabile. Mi si potrebbe obiettare che anche Paese Sera pubblica ogni giorno un oroscopo, ma mi rendo conto che si vive in un mondo difficile e che bisogna anche campare.

( ) Non vorrei annoiare inoltrandomi in una puntigliosa elencazione di dati e di teorie scientifiche. Mi limito a ricordare che già Pico della Mirandola (1463-1494) criticava l’ibrida mescolanza di religione, astrologia e culti, da un lato, scienza e tecnica dall’altro, “ma appena, alla luce della ragione e di un esame diligente si scuotono quelle tenebre e quelle illusioni, si vede che in quei libri (di astrologia) non c’è nulla di ponderato, negli autori nessuna autorità, nelle ragioni nulla di razionale, negli esperimenti niente di congruo di costante, di vero, di credibile, di saldo, ma solo contraddizioni, stoltezza, falsità, assurdità, sì che a mala pena si può ammettere che ci credesse chi le scriveva”.

( ) Vorrei concludere questo lungo sfogo riportando un paio di frasi scritte da Freud oltre cinquant’anni fa: “Si rimprovera alla scienza di aver insegnato poco e di aver lasciato nell’oscurità incomparabilmente di più. Ma sarebbe un’illusione credere di poter trovate altrove ciò che essa non ci può dare. Possiamo sostenere che l’intelletto umano è senza forza a paragone della vita degli istinti e possiamo aver ragione in questo. Ma c’è una cosa di particolare in questa debolezza: la voce dell’intelletto è bassa, ma non tace finché non ha trovato ascolto”.

A Paese Sera lavorava in quegli anni il mio amico Enrico Palla, di acuta intelligenza e spirito, però non ricordo se la mia lettera è stata pubblicata.

Evidentemente il desiderio di conoscere qualcosa del proprio destino è molto forte,  e va  rispettato come una aspirazione profonda dell’animo umano.

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