Alla fine degli anni sessanta diventò il mezzo di trasporto degli Hippie e dei figli dei fiori, venne adottato dalle band musicali per gli spostamenti con gli strumenti e scelto dalle famiglie numerose per le vacanze. Incarnò il desiderio di libertà, di viaggio e di fuga delle generazioni da allora ad oggi e ad oltre 50 anni dalla sua prima versione continua a far parte del sogno e della realtà di molti di noi.
Il primo volkswagen ad uso commerciale venne concepito nel 1947 modificando e irrobustendo la base del maggiolino ma mantenendone la stessa meccanica. I primi esemplari prodotti vennero consegnati soltanto a partire dal 1950. Il successo fu subito enorme grazie alle doti di robustezza, semplicità e versatilità. La prima versione del Transporter T1 venne soprannominata affettuosamente Bulli, poi seguirono il Samba Bus a 9 posti (prima 23 e poi 21 vetrini) e il Westfalia (camper).
Nel 1967 venne presentato il Transporter T2. Rispetto alla prima serie le modifiche riguardavano sia la carrozzeria sia la meccanica a favore della sicurezza e dello spazio a bordo. Molti rimpiansero le linee morbide e il vetro anteriore diviso (split) ma apprezzarono la maggior praticità e la migliore visibilità del nuovo parabrezza panoramico.
Le versioni più belle sono sicuramente il bus con il tetto apribile, prima in stoffa e poi in metallo, la versione lusso bicolore con i dettagli della carrozzeria cromati e la versione camper con gli interni e le immancabili tendine in tessuto scozzese color pistacchio tipico degli anni ’70.
Ogni proprietario poteva personalizzarlo con grafiche esterne (le più belle erano quelle dei veicoli commerciali), interni bicolore, optional spesso artigianali per renderlo unico e insostituibile. La versatilità ne fece per alcuni un compagno di lavoro, per altri un compagno d’avventura in giro per il mondo. Ma con tutti si creò un legame affettivo. Chi l’ha posseduto, oggi lo vorrebbe ancora.
Nel 1979 entrò in produzione in Europa il T3 e la produzione del T2 passò in Sudamerica: prima in Messico fino al 2002 e poi in Brasile dove prosegue tutt’oggi.
In questi ultimi anni ci è stato riproposto dalla pubblicità, dai video clip musicali e da decine e decine di gadget e magliette… come se fosse una moda che non vuole mai tramontare.
Guidare un Volkswagen T1 o T2 è un’ esperienza diversa dalla guida che tutti voi conoscete. Il punto di vista è differente e si ha tutto il tempo di guardarsi intorno e di godersi il paesaggio sfilare dai finestrini. Tutto scorre più lentamente. Viaggiando con i vetri abbassati si sente chiaramente lo scoppiettio del motore posteriore che diventa un irrinunciabile compagno di viaggio.
Per chi volesse vivere quest’avventura oggi si aprono tre strade:
Mettersi alla ricerca di un mezzo abbandonato in qualche fienile e riportarlo alla vita, spendendo soldi e tempo per reperire i ricambi e ricostruire quanto si stato consumato dal tempo e dall’uso: decisamente un’avventura nell’avventura!
Trovarne uno ben conservato o già restaurato con cura e amore da un collezionista;
Oppure rivolgersi ad un importatore e reperire il modello in produzione in Brasile, nuovo, e con motore euro 4!
A voi la scelta… ed è pressoché inutile aggiungere che difficilmente troverete qualcuno disposto a noleggiarvelo… (siamo molto gelosi dei nostri amati compagni di viaggio)