Sconsigli per la visione, guida ai film che potete tranquillamente perdere
Il segnato
Titolo originale: Paranormal Activity 5-The marked ones.
Regista: Christopher Landon.
Top star: nessuno.
Basta, basta veramente. Basta con queste riprese che fanno venire il mal di mare, con questo stile documentaristico-amatoriale vero come una moneta da tre euro, con questi fessi che per esigenze di copione pensano a riprendere fino all’ultimo istante della loro vita anziché salvarsi. Chiaro che ce la siamo andata a cercare noleggiando il quinto capitolo di “Paranormal activity”, un film che tra l’altro ha poco o nulla a che spartire con i quattro predecessori (tecnicamente è uno “spin off”, precisiamo solo per darci un tono), però basta. Basta veramente.
Con quattro soldi e una campagna pubblicitaria minimal-geniale “The Blair Witch Project” ha fatto scuola. Però sono passati 15 anni. E nel frattempo c’è pure stata la saga di “Rec” coi suoi capitoli sconclusionati, più tutta un’altra pletora di figli e figliocci della Strega di Blair che hanno finemente tritato anche la resistenza dei più incalliti aficionados degli horror con le riprese verdi, tipiche delle telecamere con gli obiettivi notturni.
Ma stiamo divagando, torniamo a Paranormal Activity 5. Grandi novità: uno spirito cattivo, un tizio che riprende sempre e, secondo la deprecabile new age horrorifica, pochi morti e poco sangue. Quindi di cosa stiamo parlando? Ecco, appunto.
Apes devolution-Il pianeta delle scimmie
Regista: Matt Reeves.
Top star: Gary Oldman.
Condizionati da recensioni lusinghiere ci siamo avvicinati carichi di speranza al nuovo capitolo de “Il Pianeta delle Scimmie”, il cui titolo completo, per correttezza, dovrebbe essere “Il Pianeta delle Scimmie digitali”. Vabbé, ovvio, non si può certo pretendere che scimpanzé reali recitino a comando per due ore di film (qui ci sarebbe una battutaccia facile, servita su un piatto d’argento, ma siamo dei signori e passiamo oltre). Beh, insomma, filmone o intrattenimento computerizzato d’alto livello? Nel dubbio, optiamo per la terza opzione: una noia. E l’unico dubbio riguarda l’aggettivo: sopportabile o devastante? Più la seconda che la prima.
La trama: uomini buoni volere collaborare con scimmie dopo virus che decimato umanità, uomini cattivi non volere collaborare con scimmie. E scimmie buone volere collaborare con uomini, scimmie cattive no. Avvincente, vero?
Poi bisognerebbe anche parlare di Gary “Dracula” Oldman, che continua sbagliare un film appresso all’altro, ma questa è un’altra storia…