La citazione è da vecchia guardia: “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi” ed è di Enrico Berlinguer, ma l’anagrafe è molto più clemente di quanto la frase potrebbe lasciare intendere. Andrea Rossi, sindaco di Casalgrande per due mandati, “a mille e 900 euro al mese” precisa, spegne le 38 candeline con quell’aria seriosa che non la dice tutta sulla sua disponibilità nel partito, anche a mettersi ai fornelli come accade per esempio a FestaReggio. Sposato, figlio di un artigiano e di un’ostetrica, Rossi è il candidato Pd favorito per uno scranno in regione. La sua ascesa, con Renzi, è stata quasi fulminea. Dagli esordi quale segretario della Sinistra giovanile alla carica nello staff del sottosegretario Lotti lasciato per seguire la propria campagna elettorale.
Il contesto della citazione di cui sopra invece è la domanda di 7per24 al candidato Rossi sull’inchiesta in corso riguardante presunte spese pazze ed alcune sicuramente hard: “non esprimo giudizi morali e non giudico i comportamenti altrui ma la questione si risolverebbe molto semplicemente abolendo ogni tipo di rimborso e accontentandosi dell’indennità di carica”. Che resta comunque un signor stipendio: “non so bene neanche a quanto ammonta. Mi sembra comunque accettabile la proposta in atto di parificare il compenso di un consigliere a quello di un sindaco di un comune capoluogo. E non scordiamo che la Regione Emilia Romagna, come ha dimostrato anche ultimamente la Corte dei Conti, è tra le poche virtuose. Dove i tagli e le razionalizzazioni sono state adeguate in tempi non sospetti”.
E’ stato Rossi a “sdoganare” in terra reggiana il renzismo come fenomeno popolare; Delrio l’ideologo, lui il braccio operativo. Memorabile almeno in termini di presenze, la serata con Renzi alla festa regionale Pd di Villalunga. Eppure non ama definirsi “renziano”; “penso semplicemente – continua – che Matteo Renzi sia attualmente l’uomo giusto per permettere all’Italia un salto di qualità e mettere mano finalmente a molte riforme attese da tempo”. Ma c’è qualcosa che non le piace del Premier? “Certo, per esempio vorrei avesse un approccio più moderato e meno decisionista sulle questioni fondamentali che hanno necessità di essere digerite”.
Si candida con quali priorità? “Il lavoro – attacca Rossi – e lo dico senza retorica. Anche la nostra regione sta subendo, specie a livello giovanile, un contraccolpo micidiale. Deve essere nostro principale dovere rimettere in moto la ripresa attraverso un patto condiviso per ridare dignità economica e sociale a famiglie e singoli che in questi anni hanno subito le conseguenze peggiori”.