L’allerta della Protezione civile per la piena del torrente Baganza – esondato nel pomeriggio di lunedì 13 ottobre mettendo in ginocchio Parma e in particolare la zona del quartiere Montanara – è arrivata al Comune di Parma due giorni prima dell’alluvione. Vale a dire, sabato 11 ottobre.
Lo spiega un articolo del Corriere della Sera, in possesso del fax che la Prefettura di Parma ricevette sabato 11 ottobre dall’Agenzia regionale di Protezione civile (a Bologna) e che quel giorno stesso il vice prefetto Luigi Swich inviò, sempre via fax, agli uffici comunali.
Il documento – protocollato dal Comune soltanto lunedì 13 – prevedeva l’attivazione della “fase di attenzione” a partire da domenica 12 ottobre fino a martedì 14 per il previsto innalzamento dei corsi d’acqua con rischi di tracimazione. Previsti anche nelle aree urbane “fenomeni di allagamento localizzato (…) che potrebbero interessare viabilità, sottopassi, canali, scantinati e zone depresse (…) possibile la sospensione dei servizi di erogazione di fornitura elettrica e telefonica in seguito a danni alle vie aeree”. Né più né meno ciò che si è verificato lunedì pomeriggio.
Il preallerta indicava agli enti coinvolti anche le procedure da mettere in atto per la salvaguardia di popolazione e strutture: “Ai Sindaci dei Comuni interessati – si può leggere nel fax – si raccomanda di predisporre la ricognizione delle tratture tecniche e di comunicare ai cittadini residenti di mettere in atto le predefinite misure di autoprotezione”. In pratica, si consigliava di diramare quell’allerta che nei fatti è arrivata fuori tempo massimo. Il che sarebbe stato dovuto, secondo le giustificazioni più volte reiterate dal sindaco Pizzarotti anche tramite comunicati stampa, alla circostanza secondo la quale il fax di allerta della Protezione civile arrivò solo lunedì pomeriggio, a emergenza in corso.
Per la cronaca sabato 11 ottobre il sindaco Federico Pizzarotti – che detiene la delega alla Protezione civile del Comune di Parma – si trovava a Roma per partecipare alla kermesse del Movimento 5 Stelle al Circo Massimo.
Il capogruppo del Pd in consiglio Nicola Dall’Olio aveva già denunciato le inadempienze del Comune, diramando il documento della protezione civile che fin dalle 14 chiedeva l’attivazione della fase di preallarme. Il Comune si è giustificato con un comunicato che ricostruiva in dettaglio orari di arrivo dei fax e relativo livello di allerta, dicendo che il preallarme giunto alle 14.59 di lunedì non richiedeva la comunicazione ai cittadini e che solo dopo l’esondazione, alle 17, è arrivato il fax per l’allerta.
Nessun riferimento, però, al fax ricevuto sabato alle 13.49 con un’allerta di tipo 1, che comporta rischi per la popolazione. Pizzarotti per ora si è giustificato affermando che “di fax del genere qui in Comune ne arrivano in continuazione, cosa dovrei fare? Evacuare la città ogni volta? Piuttosto sarebbero necessari mezzi di controllo come telecamere e sensori basati su dati e rilevazioni reali e non sulle previsioni meteo”.
Il capogruppo dei 5 Stelle in consiglio comunale Marco Bosi rincara: “Ma perché non dicono che era la 144esima allerta di quel tipo dall’inizio dell’anno? Ogni volta evacuiamo la città? Tralasciando il fatto che vorrei capire chi di voi se ha un’urgenza di sabato pomeriggio manderebbe un fax in ufficio sapendo che nessuno legge fino al lunedì mattina”.
A questo punto è facile prevedere che le polemiche non finiranno certo qui.