La crisi fa un’altra vittima: sfrattato, si toglie la vita

Disoccupato si toglie la vita perché non in grado di pagare l’affitto e davanti a chi gli stava togliendo la casa dei ricordi familiari. Choc nella Reggio definita con troppa retorica “Città delle persone”

Non tutta l’onda di suicidi dovuta ai motivi della crisi emerge nella drammaticità dei numeri; il caso avvenuto a Reggio in via fratelli Rosselli, essendo eclatante e davanti a testimoni, rientra nel tragico novero.

Il 64enne Erio Boldrini, ex agente di commercio da tempo senza lavoro, ha aspettato l’ufficiale giudiziario e il proprietario dell’appartamento al quarto piano in cui viveva da una vita (prima con la moglie da cui era separato e con la figlia) per l’esecuzione dello sfratto, ed ha deciso di farla finita lanciandosi da una finestra e morendo sul colpo sfracellato al suolo.

E’ stato l’ufficiale a scoprire il cadavere dall’alto dopo che non vedeva Boldrini da alcuni minuti. Un gesto dettato da disperazione dicevamo, una vita ormai senza lavoro, l’impossibilità di pagare l’affitto, la realtà di una situazione, lo sfratto, che per l’uomo probabilmente significa anche la cancellazione dei ricordi più cari; ma anche l’implacabilità con cui certe situazioni (mentre altre si lasciano bellamente correre) vengono portate a termine dai “tutori della legge”.

Queste sono le situazioni che si presentano anche nella civile Reggio Emilia, “città delle persone”, e a cui la giunta Vecchi, di freschissima presentazione, deve rispondere prima che il disfacimento del tessuto sociale e umano di una comunità un tempo solidale, giunga al suo compimento.

Il vicesindaco Sassi: “Subito un tavolo interistituzionale sugli sfratti”

“La tragedia accaduta stamattina in via Fratelli Rosselli scuote profondamente l’Amministrazione comunale e tutti coloro che hanno a cuore la vita umana. Non è sufficiente esprimere alla famiglia del signor Erio Boldrini il cordoglio di noi tutti”. Lo ha detto il vicesindaco e assessore al Welfare Matteo Sassi che ha aggiunto: “Allo stesso modo non conta, in questo momento, elencare le risorse che negli ultimi anni sono state investite a sostegno delle famiglie in condizione di emergenza abitativa. E’ il tempo in cui bisogna dire a chiare lettere che il diritto di proprietà non può valere più della vita di una persona. Ciascuno deve interrogarsi sulla solitudine di tante persone nell’affrontare fasi difficili della propria vita. L’attenzione delle istituzioni deve dunque essere rivolta alla condizione di sofferenza sociale di parte rilevante della nostra comunità. Gli effetti della crisi economica, a cominciare dalla disoccupazione di lungo corso che colpisce tante persone, hanno mutato la fisionomia del Paese e anche della nostra città. Ci sono problemi nuovi, che hanno il volto antico della povertà, che devono essere affrontati non solo sul piano politico ed economico ma anche culturale. Bisogna combattere ogni barriera discriminatoria che soffoca la condizione di povertà e fragilità sociale nella vergogna”.

“L’Amministrazione comunale – ha detto ancora Sassi – sarà impegnata, fin dai prossimi giorni, a potenziare le politiche di sostegno alle famiglie in condizione di emergenza abitativa a cominciare dall’individuazione di nuove risorse. Più nello specifico ho avuto modo di contattare il presidente del Tribunale di Reggio Emilia, dottor Francesco Caruso, e di concordare con lui la necessità d’istituire immediatamente un tavolo di confronto interistituzionale che monitori l’esecuzione degli sfratti per morosità e individui ogni azione possibile per governare una questione sociale, che non può essere lasciata alla mera applicazione di norme a tutela della proprietà”.

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