“Matisse: la figura. La forza della linea, l’emozione del colore.” È il titolo della mostra in corso a Palazzo dei Diamanti di Ferrara che racconta il percorso di elaborazione della rappresentazione del corpo umano dell’artista fauve.

Attraverso la scultura Matisse è stato capace di sancire il superamento della fedele riproduzione del corpo femminile. Così ne “La Serpentina”, piegando morbidamente il corpo e distribuendolo su piani multipli, ha ammorbidito la forma svuotandola e allungandone i fianchi, il collo, le ginocchia, gli elementi di giuntura. La “Testa di Jeannette” è invece in continuo mutamento, la sua superficie allude alla bozza, il numero di esemplari che portano lo stesso soggetto fa pensare alla coscienza del costante variazione dei lineamenti di un volto. È assemblamento di parti scarne, volumi concavi. La scultura è costituita dalle parti plastiche e dallo spazio vuoto che la circonda: è invisibile il segno della mano che l’ha modellata.
La rappresentazione della figura attraverso la tecnica pittorica e il disegno è invece il negativo di quanto Matisse traduce in scultura. Ciò che caratterizza le composizioni sono corpi definiti da contorni molto spessi: le linee generatrici che separano la figura dallo sfondo. Pochi segni precisi sanciscono la presenza del soggetto, ed è quanto basta a riempire lo spazio vuoto del supporto, a concludere la rappresentazione. È la supremazia della linea su quanto racchiude, sullo sfondo che separa.

Le opere che più lo caratterizzano come fauve, sono quelle dominate dai forti contrasti cromatici e l’appiattimento delle superfici. Pochi tratti determinano il confine tra l’una e l’altra componente, ma sono consapevoli, precisi, comunicativi. L’ultimo periodo, quello che Matisse trascorse in Costa Azzurra, fu quello caratterizzato da un meraviglioso edonismo, un desiderio di vita riscoperto. Le opere che vi risalgono sembrano accompagnate da una sinfonia. Vi è soltanto il richiamo dei colori, talvolta violenti, che lo resero il maggiore esponente delle “bestie feroci”. L’atmosfera è pregna di sensualità, delicatezza, calore. Vi è il sentimento di una vita in parte vissuta ma ancora appassionata, energica. I ritratti successivi, in prevalenza femminili, sono maggiormente dettagliati e accurati nella rappresentazione degli abiti, dei tessuti, degli interni. L’attenzione di Matisse per i capi di abbigliamento è richiamata negli abiti in mostra disegnati per l’opera “Le Chant du Rossignol” di Diaghilev per i Balletti Russi. Caratterizzati questi da un minimalismo e un’essenzialità che è possibile ritrovare negli abiti progettati per la Chapelle du Rosaire di Vence.
Il percorso della mostra conduce agli ultimi ritratti, puliti, precisi, consapevoli a testimonianza di una indiscutibile abilità: lo sguardo è il protagonista, luminoso e profondo nella propria essenzialità. Vi si legge una intensità tipica delle opere artistiche dell’età matura.

Termina la raccolta la serie di collage “Jazz”, nei quali il filo conduttore sembra essere una melodia vivace, data dalla composizione della figura e del colore, estremamente dinamica.
Matisse ha fatto della figura umana un tema di continua ricerca, infondendovi il sentimento, la sensualità, l’energia: elementi fondanti del proprio lavoro, della propria vita.
Matisse: la figura. La forza della linea, l’emozione del colore.
Palazzo dei Diamanti
Corso Ercole I d’Este, 21 – 44121 Ferrara
Aperto tutti i giorni 9.00-19.00 orario continuato
Anna Vittoria Zuliani