Dopo anni di discussioni e polemiche è finalmente arrivato in porto il nuovo statuto della Fondazione Manodori. Il documento è stato approvato a larga maggioranza dal consiglio generale dell’ente che prevede tra le altre cose “l’ineleggibilità per coloro che nei dodici mesi precedenti la nomina abbiamo rivestito cariche politiche a livello europeo, nazionale, regionale e siano stati sindaco del comune capoluogo, presidente della Provincia, membri di giunta di entrambi gli enti”, come sottolinea una nota.
Inoltre “per quello che riguarda il consiglio d’amministrazione, che esercita tutti i poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria, si riducono da cinque a due i consiglieri e viene eliminata la figura del vicepresidente”. Alcune novità vanno a incidere anche sul consiglio generale che resta composto da 13 membri eletti dagli enti che rappresentano la società civile. Uno dei principali cambiamenti riguarda i cooptati, cioè i nominati direttamente dalla Manodori, che da tre diventano due e dovranno essere esperti in materie inerenti i settori d’intervento o funzionali alle attività e agli scopi della Fondazione. Per la prima volta, poi, è stata inserita l’Università di Modena e Reggio Emilia tra gli enti designanti.
Dal punto di vista formale cambia tutto: non sarà più il sindaco del Comune di Reggio Emilia a designare, ma l’ente, così come non designerà il presidente della Provincia, bensì la Provincia di Reggio Emilia, non più il Vescovo, ma la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Uno dei due designati dal Comune dovrà avere adeguata professionalità nel settore del welfare, uno della Provincia nell’educazione e istruzione, il designato della Diocesi dovrà avere esperienza in iniziative di solidarietà oppure nella conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. La Camera di Commercio ne designerà due, di cui uno con un curriculum di rilievo nella promozione dello sviluppo economico locale. L’Albo dei Medici potrà designare un membro, con competenza in ambito sanitario e nella ricerca, solo dopo aver consultato Ausl e Azienda Ospedaliera, mentre la Scuola aziendale di formazione superiore Cis dovrà sentire le fondazioni Enaip ‘Don Magnani’ e Centro di formazione professionale ‘Alberto Simonini’ per un esperto nella formazione. Il rappresentante del volontariato sarà designato, di concerto, da Forum del terzo settore, Centro servizi volontariato ‘Dar Voce’ e Forum provinciale associazioni familiari.
Nei fatti, però, il nuovo Statuto non dovrebbe influire più di tanto sulla governance della Fondazione, azionista di Unicredit con una quota dello 0,44%. Si tratta per lo più di un’operazione di maquillage per andare incontro alle richieste sempre più pressanti da parte della politica che ha visto ridursi nel corso degli anni le erogazioni. Il meccanismo della cooptazione, infatti, non viene abolito ma solo ridotto e il consiglio generale viene mantenuto a 13 membri.