Sanremo horror sing a song show: tra suicidi e cachet stellari

Il più organico dei radical pop, Luciano Ligabue apre il festival cantando il poeta più antisistema, De André nel giorno del compleanno. Mentre il milionario Fabio Fazio fa la predica ai due disperati aspiranti suicidi per crisi economica. Quando il Paese reale irrompe nei salotti surreali…

Il predicozzo del più miracolato dei presentatori italiani, grazie alle sue accondiscendenze con la maggioranza in genere di centrosinistra, Fabio Fazio apre una surreale edizione 2014 del più inutile degli eventi italiani da alcuni decenni a questa parte. Da quando cioè il circuito non veicola più le canzoni ma si risolve in un circolo vizioso autocelebrativo di mamma Rai, che introita fior di soldoni dagli sponsor eccitati e li riverbera (in parte) attraverso cachet stellari a conduttori, ospiti e veline della contemporanietà. Fazio e i suoi complimenti oggetti furoreggiano in questi tempi di acriticità cristallina ed esaltazione della mediocrità; e per farsi notare pure i disperati che non vedono un quattrino da mesi per crisi economica sono costretti ad “esibirsi” sul palco dell’Ariston. Minacciando di buttarsi.

Morale: Fazio (che col semplice introito di una serata sanremese potrebbe risolvere i problemi di quasi tutte le famiglie del locale Consorzio di Bonifica rimaste a casa) li riconduce alla ragione all’interno di uno sproloquio rabbrividente sulle bellezze dell’Italia ferita e “li salva”, doppiando un probabilmente invidioso Pippo Baudo che aveva evitato a una persona soltanto di farla finita. I due disperati della balconata non si renderanno conto di aver involontariamente contribuito ad esaltare quel clima di assurdo buonismo che trionfa in un festival che ha almeno l’indiscusso merito di restituire uno spaccato fedelissimo dell’Italia: da una parte gli italiani senza lavoro e senza speranze, dall’altra un media-political system che centrifuga i problemi dall’alto di fantastici ingaggi e stordenti lustrini, in nome dell’estetica (sul cui concetto si inerpica un furbissimo Fazio), senza conoscere probabilmente nemmeno l’etimo della parola. Che è “sensibilità”; la quale notoriamente non si misura a vane parole ma a fatti (cioè esempi) concretissimi.

Cat-Stevens
Cat Stevens, unico momento “alto” del festival

E veniamo alla perla della prima serata (in media oltre il 47% di share): nello sdilinquimento generale correva il giorno del compleanno di uno che capacità critica e senso estetico ne aveva da vendere, Fabrizio De André. Che i Fazio e i Sanremo li aveva ben catalogati in vita e indicati in più d’una canzone, in più d’un componimento. La melassa inglobante del festival fazista ha ricondotto alla ragion di Stato anche il ricordo del grande cantautore, facendolo interpretare dal più organico e borghese (da un punto di vista artistico-civile) dei celebrati cantanti odierni, il correggese Luciano Ligabue. Che spesso si presenta coi jeans vagamente stracciolenti per testimoniare i suoi ideali rivoluzionari. Un capolavoro di revisionismo post-mortem. Non vi diciamo della chiosa conformistica del giornalistia Massimo Gramellini, ma i lettori di 7per24 l’avranno già intuito.

Total
0
Condivisioni
Prec.
Ancora Cabaret in Bottega

Ancora Cabaret in Bottega

Venerdì 21 febbraio l’appuntamento è con Marco Cattani, Maurizio Bronzini,

Succ.
Giovedì 20 febbraio

Giovedì 20 febbraio

Tender Club – via Alamanni, 4 – Firenze QUARTO PODERE presentazione

You May Also Like
Total
0
Condividi