Dopo tre anni di indagini si sono conclusi i lavori della commissione di inchiesta sulle apparizioni di Medjugorje presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Ora la palla passa alla Congregazione per la dottrina della Fede, ma toccherà papa Francesco dire l’ultima parola sul fenomeno che da più di 30 anni interessa il piccolo paese della Bosnia Erzegovina divenuto una delle principali mete di pellegrinaggio del mondo.
Si tratta di suggestioni collettive, di un grande inganno o di eventi miracolosi? Il pontefice sembra avere un’idea piuttosto chiara in merito ai cristiani che ricercano la fede nei miracoli e nelle apparizioni: “Ci dicono: il Signore è qua, è là, è là! Ma io conosco un veggente, una veggente che riceve lettere della Madonna, messaggi della Madonna. Ma, guarda, la Madonna è madre! E ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni. Parole pronunciate nel corso dell’omelia tenuta a Santa Marta il 7 settembre scorso. Da qui a chiudere una volta per tutte il caso Medjugorje però ce ne passa. Anche per uno come papa Bergoglio. Sarò costretto a sua volta a “troncare sopire, sopire troncare”? Difficile a dirsi, perché con milioni di pellegrini che ogni anno si recano in Bosnia il rischio è quello di uno scisma.
A Medjugorje si intrecciano poi problemi di natura spirituale e teologica, un antico scontro tra il clero secolare e i frati francescani, l’eredità della guerra dei Balcani. Aspetti quasi sconosciuti ai fedeli, ma di enorme importanza per lo sviluppo degli eventi legati alle presunte apparizioni della Madonna.
Medjugorje: 30 anni di “apparizioni”
Questa è una storia che comincia il 24 giugno del 1981 in un piccolo villaggio dell’Erzegovina, Medjugorje, in quella che allora era la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Sei ragazzi del luogo quel giorno raccontano di aver ricevuto un’apparizione della Vergine Maria, che si sarebbe presentata con il titolo di “Regina della Pace”. Nel giro di poco tempo il piccolo e desolato villaggio diventa una delle capitali del turismo religioso mondiale. Dal 1981 ad oggi i veggenti avrebbero continuato ad avere le visioni. La Madonna oltre a invitare i fedeli alla conversione, alla preghiera e alla pace, avrebbe rivelato ai sei ragazzi “dieci segreti”, affidando alla veggente Mirjana Dragicevic il compito di rivelarli al mondo tre giorni prima del loro verificarsi. I primi due segreti consisterebbero in “ammonimenti”, il terzo riguarderebbe un “segno” divino visibile sulla collina del Podbrdo (il luogo dove sarebbe avvenuta la prima appazione), gli altri sette annuncerebbero dei “castighi”.
I sei veggenti dell’apparizione del 24 giugno sono Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivan Ivankovic e Milka Pavlovic. Dal giorno successivo ai primi sei si aggiungono Jakov Colo e Marija Pavlovic, che formeranno il gruppo stabile dei veggenti di Mejugorje. Marija, all’epoca non ancora sedicenne, oggi ha 47 anni, è sposata con l’italiano Paolo Lunetti e vive a Monza con la famiglia. Dice di avere apparizioni quotidiane e il 25 di ogni mese comunica alla parrocchia di Mejugorje un messaggio che sostiene di ricevere direttamente dalla Madonna.
La posizione ambigua della Chiesa
Fino ad oggi l’unico documento ufficiale era la dichiarazione della Conferenza episcopale jugoslava del 10 aprile 1991 che lascia il giudizio in sospeso, concludendo che «sulla base di quanto finora si è potuto investigare, non si può affermare che abbiamo a che fare con apparizioni e rivelazioni soprannaturali». In attesa che vengano resi pubblici i risultati della commissione Ruini, non si possono non considerare le affermazioni dell’allora vescovo di Mostar, Pavao Zanic, e del suo successore Ratco Peric, che hanno entrambi parlato di mistificazione e inganno deliberato; altre emeninenti personalità come il mariologo René Laurentin e l’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, si sono invece schierate apertamente a favore della veridicità delle apparizioni.
Ci sono poi due personaggi centrali all’interno del “fenomeno Medjugorje” sui quali si concentrano ombre e sospetti: il primo è il francescano Jozo Zovko, parroco di Medjugorje quando sono iniziate le apparizioni e “direttore spirituale” dei veggenti. Su di lui pendono diversi provvedimenti, tra cui quello dell’allontanamento da Medjugorje, mai rispettati fino a 3 anni fa, quando si è misteriosamente ritirato su un’isola. Il secondo è padre Tomislav Vlasic, anch’egli considerato guida spirituale dei veggenti, nello stesso periodo è stato espulso dall’ordine francescano dal ministro generale dell’Ordine con l’accusa di «aver diffuso l’eresia», «manipolato le coscienze» e di aver avuto rapporti immorali con una suora.
L’inchiesta che “fa a pezzi” Medjugorje
Lo studio più approfondito, rigoroso, sistematico delle presunte apparizioni di Medjugorje porta la firma di Marco Corvaglia, un’insegnante di lettere che ha studiato a lungo il fenomeno. Nel 2007 ha raccolto i risultati della sua inchiesta nel libro Medjugorje è tutto falso (Edizioni anteprima) e più di recente ha messo a disposizione tutta la documentazione sul suo blog. La mole di dati è impressionante, così come è approfondita l’analisi del contesto storico e sociale in cui sono avvenute le apparizioni. Le contraddizioni dei veggenti, la superficialità degli esami scientifici portati dai fan della Gospa (Madonna in croato) come prove incontrovertibili, le bugie, il ruolo della propaganda; messi in fila, i fatti e i documenti portano ad una sola possibile spiegazione: le apparizioni di Medjugorje sono uno dei più grandi inganni della storia.
Corvaglia dedica un capitolo anche alla nostra veggente e racconta una storia che la riguarda. Il 25 marzo 1988 il già citato Tomislav Vlasic scrive una lunga lettera aperta con cui rende nota la fondazione a Parma di una comunità religiosa da lui diretta e, a suo dire, richiesta esplicitamente dalla Madonna. Nel 1988 vi entra la stessa Marija, confermando l’assenso della Vergine, ma pochi giorni dopo, forse temendo di essersi compromessa attribuendo il sostegno della Madonna a un frate coinvolto in uno scandalo (i presunti rapporti con la suora e la nascita di un figlio dalla relazione) scrive un comunicato in cui ritratta tutto. Sul blog di Corvaglia è presente la documentazione completa che ricostruisce la vicenda e merita di essere letta. Degni di essere approfonditi anche i rapporti tra la veggente e una comunità religiosa, la Caritas di Birmingham, Alabama, fondata da un ex giardiniere, Terry Colafrancesco. Sulla comunità, presso la quale la veggente soggiorna quasi ogni anno, in passato sono piovute accuse di lavaggio del cervello e riciclaggio di denaro.