Il binomio tra calcio e potere non è una novità. Ma difficilmente i tifosi reggiani avrebbero potuto immaginare di assistere a una scena come quella che si è consumata domenica in tribuna allo stadio di Reggio Emilia, che per una domenica si è trasformato nel tempio della politica italiana. Nel palco d’onore, in occasione della partita tra Sassuolo e Fiorentina, sedevano infatti alcuni tra gli uomini più potenti d’Italia: il segretario del Pd Matteo Renzi, tifosissimo dei viola, il presidente di Confindustria e patron del Sassuolo Giorgio Squinzi, nelle vesti di padrone di casa, e il ministro Graziando Delrio, che pare essersi scordato delle sue origini vista l’esultanza al gol di Rossi al 37′ della ripresa. E pare che a margine della partita ci sia stato anche un faccia a faccia tra Delrio e l’ex segretario della Lega Nord, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni sul futuro delle province.
Ma a tenere banco durante i 90 minuti di partita è stato il lavoro. “Squinzi non era contentissimo. Ci siamo detti che il gol di Rossi è stato straordinario…”, ha glissato il segretario del Pd, rispondendo a una domanda sui commenti al Job act da parte del leader degli industriali. Ma non è un mistero che il piano disegnato dal segretario del Partito democratico e presentato domenica sera nel corso della trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa su RaiTre ha ricevuto molti consensi, fra u quali quello di Squinzi. Il presidente degli industriali ha ribadito al segretario del Pdle preoccupazioni e le necessità degli imprenditori, soprattutto quelle legate alle procedure burocratiche, alla ripresa e alla crescita. Renzi ha quindi risposto promettendo un’azione rapida e immediata, focalizzata sulla questione della burocrazia: “Abbiamo bisogno che in questo Paese si torni a investire e in fretta», ha detto l’ex rottamatore al presidente degli industriali”. Alla fine della partita sono stati sorrisi, strette di mano e pacche sulle spalle tra Squinzi, Delrio e Renzi. E l’impressione è quella di una sintonia dalla quale potrebbe nascere un patto per il dopo-Letta.
Più teso deve essere stato invece il faccia a faccia tra Delrio e il presidente della Lombardia Roberto Maroni. E’ stato lo stesso Maroni a rivelare l’incontro a margine di una visita all’Avis di Milano: “Ho incontrato ieri allo stadio il ministro Delrio e gli ho detto che siamo pronti a partecipare al dibattito sulle riforme, ma non così: ci vuole una riforma costituzionale, dando però alle Regioni il potere di organizzare il livello intermedio”. Nel mirino il ddl sul riordino delle Province e l’aumento a 18 delle città metropolitane: “E’ una legge che viola la Costituzione, siamo pronti a fare ricorso” ha avvertito Maroni.