Forse Ugo Ferrari non pensava di ereditare dal sindaco Delrio una grana di tale portata. Il parcheggio sotterraneo di piazza della Vittoria si sta trasformando in una vera e propria spina nel fianco per l’amministrazione “provvisoria” tanto che le probabilità che l’intero progetto finisca nel nulla si stanno facendo sempre più concrete. La somma dei problemi che l’opera sta presentando stanno portando ad una riflessione in municipio, anche se per ora non c’è nulla di ufficiale. Pare che il seme del dubbio si stia spargendo nell’amministrazione, che deve fare i conti con una crescente opposizione da parte di residenti e commercianti della piazza che hanno annunciato una “catena umana” per impedire che le ruspe comincino a scavare. Intanto, prosegue a gonfie vele la raccolta di firme presso gli esercizi commerciali dell’Isolato San Rocco e i banchetti di Reggio Democratica e Movimento 5 Stelle: sono già diverse migliaia le adesioni e l’obiettivo dei promotori è di raggiungere quota 10mila.
Il malcontento ha già avuto delle ripercussioni sul piano politico: dopo lo strappo in giunta dell’assessore Matteo Sassi (Sel), hanno preso le distanze anche tre presidenti di circoscrizione: Roberta Pavarini, Gianni Prati e Fausto Castagnetti. Le crepe, dunque, stanno cominciando ad allargarsi.
Ma i problemi non finiscono qui. Perché ci sono incognite che vanno al di là delle polemiche politiche. Nonostante il progetto abbia già subito due ridimensionamenti significativi – i posti auto sono passati da 420 a 280 – alla fine dei conti il risparmio potrebbe essere insignificante, se non inesistente. Tra le incognite ci sono i costi per lo spostamento dei sottoservizi che sono passati da un valore presunto di 400 mila euro agli attuali 1.122.417,07 euro. A questa cifra vanno aggiunti i 500 mila euro per scavi archeologici non previsti nel quadro economico del progetto preliminare che venne messo a base di gara nel 2010. La soprintendenza ha già sollevato la questione della presenza di reperti romani e dell’antica cittadella. E le tecniche impiegate per lo scavo non consentono di preservare il patrimonio storico ma distruggerebbero tutto.
Rispettando un copione antico e attuale, si va così verso un rinvio della decisione finale: potrebbe infatti slittare a inizio ottobre la delibera per l’avvio definitivo dello scavo, con conseguente rinvio di qualche settimana dell’inizio dei lavori, fissati inizialmente a metà settembre.