Sarà la Tares il vero incubo dei contribuenti. Mentre l’attenzione negli ultimi mesi si è concentrata sull’Imu, la nuova imposta rischia di essere una stangata peggiore della tassa sulla casa. E con l’introduzione delle nuove aliquote, la Tares costerà molto più di Tia e Tarsu, le vecchie imposte sui rifiuti. Calcolatrice alle mani, l’importo medio pagato sulla prima casa nel 2012 è costato 225 euro, la Tares potrebbe superare quota 300. Per le abitazioni residenziali, sono attesi aumenti medi tra il 20 e il 40% in otto comuni su dieci e sarà ancora peggio per negozi e aziende. Per Confcommercio, la nuova tassa costerà il 60% in più.
E proprio di Tares si è parlato lunedì sera in Sala del Tricolore. Il Consiglio comunale ha infatti deliberato di affidare per l’anno 2013 il servizio di riscossione della Tares a Iren e di suddividere il pagamento del tributo in due rate, una con scadenza il 25 giugno, l’altra il 31 ottobre. La delibera ha ottenuto 21 voti favorevoli (Pd, Sel); quattro voti contrari (Pdl, Lega Nord, Progetto Reggio e Reggio 5 Stelle). Contestualmente sono stati approvati all’unanimità due ordini del giorno (vedere testi allegati), presentati dai consiglieri Anna Maria Terenziani (Pdl) e Ernesto D’Andrea (Pd), che chiedono di non conteggiare nella superficie soggetta a tassazione spazi che non sono suscettibili di produzione di rifiuti, quali garage, cantine, sottotetti non abitabili, portici, balconi, tettoie.
Il consiglio comunale ha anche approvato il regolamento per l’applicazione dell’addizionale comunale Irpef 2013 (nuovi scaglioni di reddito, aliquote con criteri di progressività e fascia di esenzione), nell’ambito dell’approvazione del Bilancio preventivo. Si è scelta una leva fiscale selettiva, ha spiegato l’assessore al Bilancio Filomena De Sciscio: si è escluso un aumento generalizzato della pressione fiscale, tutelando le famiglie, privilegiando il mondo della produzione e del lavoro e chiedendo, a chi ha un reddito superiore alla media, un contributo per rafforzare la comunità e non tagliare i servizi alle persone più fragili.
Si conferma l’esenzione totale dall’Irpef comunale per i redditi inferiori a 15.000 euro; si mantiene inalterata l’aliquota media Irpef per lo scaglione di reddito 15/28mila euro (grazie ad un’applicazione progressiva di 0,49 sulla quota di reddito fino a 15.000 e 0,51 sulla quota fino a 28.000 mila). Si ha un aumento, secondo criteri di progressività, dell’addizionale comunale Irpef per i redditi superiori a 28.0000 euro. Vengono differenziati in modo più equo gli scaglioni di reddito, introducendo nuove aliquote rispetto all’anno scorso: dallo 0,78 dell’ampio scaglione 28/55mila euro, allo 0,79 nello scaglione 55/75 mila euro, fino allo 0,80 per i redditi superiori ai 75mila euro.