DecadenzaUgo Ferrari “reggente”. Per la legge Delrio non è più sindaco

Ecco perché Delrio non può più fare il sindaco

Sarà Ugo Ferrari a guidare la giunta fino alle elezioni amministrative del 2014. Da oggi l’assessore all’urbanistica è vicesindaco al posto di Filomena De Sciscio che mantiene la delega al bilancio.Questo passaggio di consegne contribuisce a chiarire almeno in parte la situazione di ambiguità che si era creata dopo la nomina del sindaco Graziano Delrio a ministro agli Affari regionali del governo Letta. Un’ambiguità che lo stesso primo cittadino ha contribuito a creare non chiarendo le proprie intenzioni: “Vediamo se è obbligatoria una decadenza o meno. Conto di andare avanti fino a dopo l’estate, poi vediamo se la norma me lo consente o meno” ha detto Delrio ieri sera ospite di Lilli Gruber negli studi della trasmissione Otto e mezzo.

Il punto è che, legge alla mano, il sindaco non sarebbe più tale in quanto le due cariche sono incompatibili. La normativa, seppur ingarbugliata, nel caso specifico appare chiara:  l’articolo 13, comma 3, del decreto legge n. 138 del 2011 come convertito in legge  n. 148/2011,  dispone che le cariche di deputato, senatore, parlamentare europeo nonché le cariche di governo (Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministri, Vice Ministri , Sottosegretari di Stato e commissari straordinari del Governo), sono incompatibili con qualsiasi altra carica pubblica elettiva di natura monocratica relativa ad organi di governo di enti pubblici territoriali aventi, alla data di indizione delle elezioni o della nomina, popolazione superiore a 5.000 abitanti.

Ironia della sorte, è stata proprio l’Anci presieduta da Delrio tramite un documento dell’Area del vice vicario generale a chiarire le problematiche applicative della legge:  “Per quanto riguarda la questione principale, ossia far venir meno il vizio insito nella situazione di incompatibilità individuata dal legislatore consistente in via generale in un potenziale conflitto di interessi fra le cariche ricoperte, e considerata la disciplina contenuta nei regolamenti parlamentari, è indispensabile che il soggetto interessato con congruo anticipo rispetto all’assunzione della nuova carica cessi dall’effettivo esercizio delle funzioni in questo caso di sindaco, qualora opti per la carica di parlamentare. Successivamente proceda a darne comunicazione alla Camera di appartenenza e al suo Presidente nei giorni successivi alla prima seduta”.

Per quanto riguarda le modalità più corrette, spiega ancora il documento dell’Anci, per l’effettiva cessazione delle funzioni si fa riferimento a quanto previsto dagli articoli 53, 68, 69, 70 del TUEL laddove espressamente si stabilisce che “…le cause di incompatibilità, sia che esistano al momento della elezione sia che sopravvengano ad essa, importano la decadenza dalle predette cariche…”; nonché si disciplina il procedimento di contestazione della causa di incompatibilità ex articolo 69 o 70. Si ritiene, pertanto, che in seguito all’applicazione secondo una tempistica congrua, secondo quanto suindicato, e all’esito del procedimento di contestazione della causa d’incompatibilità secondo la procedura prevista, il soggetto decada dalla carica. Rimane ferma la possibilità alternativa per il soggetto interessato di procedere nei termini dilegge ad un atto volontario di dimissioni”.

La legge discipliana anche il percorso da seguire in seguito alla in seguito alla dichiarazione formale di decadenza e alle dimissioni:  il comma 1 dell’articolo 53, prevede che in caso di decadenza del sindaco la giunta decade e si procede allo scioglimento del consiglio; il consiglio e la giunta rimangono in carica sino alla elezione del nuovo consiglio e del nuovo sindaco. Sino alle predette elezioni, le funzioni del sindaco sono svolte dal vicesindaco, mentre in caso di dimissioni si procede al commissariamento.

In questo quadro si spiega così la nomina di Ugo Ferrari, che può fare il “reggente” ed evitare il commissariamento del Comune. Ma a questo punto si impone una domanda: perché il sindaco non ha detto di essere “decaduto” subito dopo il giuramento da ministro come ha fatto il suo collega di Padova, Flavio Zanonato, anche lui entrato nella squadra di Letta?

E’ vero che si tratta di una situazione senza precedenti, ma a Padova il nodo è stato sciolto con largo anticipo e in accordo con la Prefettura. Per giorni (o mesi, visto che la nomina era nell’aria da tempo) ai reggiani è stata nascosta la verità (almeno una parte), mentre i media locali si sperticavano in lodi al limite della captatio benevolentiae per usare un eufemismo. Signor sindaco, l’uscita poteva essere più onorevole.

Giuseppe Manzotti

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