I primi sconfitti di questa tornata elettorale sono i sondaggisti. I numeri sfornati prima dell’apertura delle urne hanno ricalcato esattamente i sondaggi pre-elettorali: per Tecnè al Senato Pd-Sel 37%, Pdl-Lega 31%, M5S al 16,5%; alla Camera centrosinistra al 34,5%, centrodestra al 29%, Grillo al 19%). E subito tutti si sono buttati a capofitto nelle analisi, qualcuno in cuor suo ha fatto festa. Mai profezia fu tanto azzardata: sui numeri dei sondaggi si sono abbattuti lo tsunami a 5 stelle e la riscossa del Cavaliere.
Lo scenario cambia già dalle prime proiezioni che danno il centrodestra in testa al Senato con il 31%, seguito dal centrosinistra al 29,5% e dal Movimento 5 Stelle al 26%. Prima lo choc, poi è il panico. A mano a mano che procede lo spoglio, la situazione si fa sempre più chiara, o più confusa a seconda dei punti di vista. Grillo è il vero vincitore, Berlusconi è resuscitato per l’ennesima volta, Bersani è il grande sconfitto. E il Paese è ingovernabile. Da questo scenario ormai non ci si muove più.
La progressione dei numeri nel corso del pomeriggio ha confermato un testa a testa tra le due coalizioni dell’ex bipolarismo: il centrosinistra è dato tra un 31 ed un 31,9% al Senato e tra il 29,2 ed il 30,5 alla Camera, il centrodestra tra il 29,7 ed il 31,6 per cento al Senato e in un range 28,1-28,2 a Montecitorio. Alla fine il vero vincitore è il Movimento cinque Stelle, primo partito in entrambe le Camere con una percentuale di voti che a palazzo Madama è intorno al 24%. E registra una performance migliore alla Camera dove è indicato tra il 25,5% ed il 26,1%. Per il Professore e la sua Scelta Civica un risultato molto modesto: tra il 10 e l’11% mentre al Senato la sua Lista viaggia tra il 9 ed il 9,5%.