Una vera e propria rete di imprenditori affiliati alla ‘ndrangheta con base a Reggio. E’ quanto emerso da una indagine condotta dalla Guardia di finanza di Cremona, dalla Dda di Bologna e dalla Procura nazionale antimafia. Le fiamme gialle hanno eseguito oggi “decine di perquisizioni in quattro regioni nelle sedi di società edili e di trasporto, nell’ambito di un’inchiesta su presunte frodi fiscali che servivano a creare fondi neri per attività criminali legate ai clan.
Sette le persone per usura e frode fiscale con l’aggravante speciale di aver operato con la finalità di agevolare un’associazione di stampo mafioso. Le perquisizioni, spiegano le Fiamme gialle, sono avvenute questa mattina in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Calabria.
L’indagine, coordinata dalla Procura nazionale antimafia e dalla Dda di Bologna, “mira a smascherare fenomeni di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista con base nella provincia di Reggio Emilia, riconducibili a importanti imprenditori calabresi da tempo stabilitisi in Emilia Romagna”.
Gli inquirenti, studiando la provenienza delle somme utilizzate dagli usurai, avrebbero scoperto una rete di imprese “coinvolte in un vasto sistema di fatture per operazioni inesistenti il cui scopo era quello di creare liquidità sottraendola al fisco per impiegarla nella concessione di prestiti ad aziende emiliane in difficoltà finanziarie, si ritiene anche allo scopo di assumerne il controllo”.
Gli imprenditori in questione, dicono i militari, erano in contatto con esponenti di cosche calabresi.