Poveri di energia è il titolo del libro, edito da Il Mulino e da poco disponibile, scritto da Pippo Ranci, uno fra i maggiori esperti a livello internazionale di regolazione economica, già presidente dell’Autorità italiana per l’energia, nonché professore di economia presso l’Università Cattolica di Milano, e attualmente advisor dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze. Il libro – scritto con Matteo Leonardi e Laura Susani, corredato da un saggio di Ignacio Pérez-Arriaga – si propone di fornire un quadro breve ma esaustivo del problema della povertà energetica, delineando altresì le strade che devono essere percorse per superarlo.
Il libro contiene molti dati e informazioni: partendo dai numeri generali per identificare il fenomeno, per giungere a quelli inerenti le singole tecnologie e soluzioni disponibili per aggredire lo stesso e, auspicabilmente, farlo scomparire.
La lettura dà fin dall’inizio il quadro di una situazione allarmante e, per certi versi, inattesa. Ancora oggi, infatti, il 16% della popolazione mondiale – 1,1 miliardi di persone… – non ha accesso a una rete elettrica. Addirittura, 2,9 miliardi di individui, cioè il 38% del totale, non possono cucinare né scaldarsi se non usando un fuoco aperto e mal protetto.
Il mancato uso di energia elettrica e del cosiddetto clean cooking costituisce un ostacolo pressoché insormontabile al raggiungimento di uno standard di vita accettabile. Si pensi, ad esempio, alla impossibilità di leggere, studiare e lavorare nelle ore in cui non c’è luce solare, ma anche alla impossibilità di conservare i cibi e alcuni medicinali, nonché alla impossibilità di caricare il proprio telefono cellulare, in molti casi l’unico modo disponibile per comunicare con gli altri individui (si pensi, in particolare, alle zone rurali). Addirittura, il riscaldarsi o il cucinare con metodi non appropriati può essere causa di morte. Ancora oggi, il monossido di carbonio uccide più della malaria, tubercolosi e HIV messi insieme, stando ai dati dell’OMS (4,3 contro 3,1 milioni di persone).
Più in generale, appare evidente che la povertà energetica è un aspetto del più ampio problema della povertà e della estrema disuguaglianza che caratterizza la situazione politica e sociale su scala mondiale. Questo tipo di povertà è anche alla base di alcune disfunzioni sociali che sembrano da questa relativamente distanti, quali lo spostamento verso le aree urbanizzate da quelle rurali, con la conseguente creazione di megalopoli, e la deforestazione, causata dall’uso eccessivo di risorse naturali (legna, principalmente).
Non a caso – anche se questa consapevolezza è solo recente – il dare accesso a sistemi di energia moderni, sostenibili, sicuri e a prezzi sopportabili per tutti costituisce uno dei diciassette obiettivi della Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
I costi per eliminare questo tipo di povertà sono assolutamente sopportabili. Per la disponibilità di energia elettrica ammontano a 700 miliardi di dollari in vent’anni, mentre per il clean cooking sarebbero sufficienti fra i 50 e i 60 miliardi. Complessivamente, meno del 3% degli investimenti mondiali del settore energetico su scala mondiale.
Le soluzioni? Ce ne sono e sono adattabili ai differenti contesti geografici e socio-economici. E proprio qui è il punto centrale della questione, come evidenziato con precisione nel libro.
Innanzitutto, si tratta di identificare bene gli obiettivi, in modo che siano raggiungibili e sostenibili anche da un punto di vista sociale ed economico. Fra i vari esempi presenti nel testo e a cui si può far riferimento, l’uso di una stufa o di una cucina non a legna, ma a gas o elettrica, implica per molte popolazioni un cambiamento radicale dello stile di vita. Non a caso, con il termine focolare identifichiamo la nostra abitazione.
L’obiettivo va perseguito con strumenti ben assortiti, adattati ai singoli contesti. L’elettrificazione di un’area geografica può essere conseguita tramite l’estensione della rete tradizionale, ma anche tramite una micro-rete locale o da singoli dispositivi non connessi fra loro. Ognuna di queste soluzioni ha pregi e difetti, nonché peculiarità di cui si deve tener conto in caso di applicazione.
In sostanza, esistono tecnologie e metodi che ci mettono in grado di eliminare la povertà energetica. Si tratta di esprimere una volontà e i relativi mezzi conseguenti a tal fine.
La sensazione che si prova più volte leggendo il libro è di avere di fronte un testo di estrema onestà intellettuale e pragmatismo. Anche a costo di rendere talvolta la lettura un poco difficile, gli autori hanno scelto di inserire molti dati quantitativi e di corredare il loro lavoro con svariati esempi riguardo quanto è stato fatto nelle varie parti del mondo in tema di povertà energetica. Si percepisce, inoltre, l’esperienza sul campo degli autori e, in particolare, di Matteo Leonardi e Laura Susani che hanno partecipato in prima persona ad alcuni progetti nel terzo mondo.
Il libro richiede, dunque, un certo impegno e un approccio non superficiale. In cambio, per così dire, la sua lettura consente di acquisire un quadro chiaro ed esaustivo del problema e delle soluzioni disponibili. E di rendersi anche conto che strutturare un progetto e un sistema di regole in Africa o America Latina è un’attività che può – anzi, deve – essere affrontata con gli strumenti usualmente utilizzati nella parte più avanzata del mondo, ma con una consapevolezza: che non esistono ricette pronte e fotocopiabili ovunque ma che, al contrario – è il caso di ribadirlo – una soluzione di successo dipende in modo essenziale dalla corretta identificazione degli obiettivi, rifuggendo ad esempio da salti che sarebbero impossibili da effettuare, nonché dalla comprensione nei suoi dettagli della situazione sociale in cui gli strumenti vengono applicati.