In una campagna referendaria lunga e da toni sempre più aspri, c’è un silenzio “assordante”. Quello dell’ex presidente del Consiglio, Romani Prodi che ancora non si è espresso sul referendum costituzionale del 4 dicembre. Il Professore mantiene il riserbo sulle sue intenzioni di voto, anche se un recente articolo del Corriere della Sera rivela che Prodi sarebbe propenso a dire Sì.
Una sua parola – si dice – potrebbe spostare un numero importante di voti, specie nel popolo di centrosinistra legato ancora all’Ulivo. E anche per questa ragione Prodi non si sarebbe espresso. “Il Professore è combattuto – scrive il Corriere -. Ma pur non apprezzando tanti aspetti del nuovo Senato e, ancor di più, certe modalità della strategia renziana, non esclude di votare Sì.
O meglio sta soppesando attentamente gli effetti di una bocciatura della riforma. Non si tratta semplicemente dei mercati, perché da economista sta studiando tutte le possibili derivate, ma non drammatizza. È l’ondata di populismo a preoccupare, molto, l’ex presidente della Commissione europea”.
Tra i prodiani di più stretta osservanza prevale di certo il Sì. E’ il caso di Arturo Parisi che riconosce nella riforma “le principali tesi che Romano Prodi propose alla coalizione dell’Ulivo” e di Sandra Zampa vicepresidente Pd ed ex portavoce del Professore.
Schierata per il No, la nipote (reggiana) di Prodi, Silvia che è consigliere regionale in quota Pd.