1 settembre 1939
Già prima del 1939 in Estremo Oriente la guerra insanguinava ampie regioni. Nel settembre 1931 le truppe giapponesi iniziarono l’invasione della Cina nord-orientale; nel 1932 lo Stato-fantoccio del Manchukuo venne insediato in Manciuria. Nel luglio 1937 il Giappone iniziò una nuova penetrazione nella Cina del nord; negli scontri furono coinvolte anche le popolazioni; circa 300.000 furono i civili morti nel Massacro di Nanchino a seguito all’occupazione della città. I cinesi persero, approssimativamente, 3.200.000 soldati, nove milioni furono i civili morti per azioni di guerra dirette, e quasi altrettanti per cause riconducibili alla guerra. Il Giappone dichiarò di aver avuto, nella guerra, 1.100.000 perdite tra morti, feriti e scomparsi.
L’invasione della Cina costituiva parte del progetto strategico complessivo giapponese per assumere il controllo dell’Asia.
Lo scoppio della guerra in Europa
In Europa la guerra iniziò all’alba del primo settembre 1939, quando cinque armate della Wehrmacht invasero la Polonia.
Il 2 settembre il Regno Unito e la Francia inviarono alla Germania un ultimatum che rimase senza risposta; il 3 settembre le dichiararono guerra.
Il 17 settembre l’Unione Sovietica, in linea con il patto Molotov-Ribbentrop, aggredì la Polonia da est incontrando scarsa resistenza; i territori polacchi orientali erano abitati in maggioranza da bielorussi e come tali vennero annessi all’omonima repubblica.
Nell’arco di un mese, la Polonia fu sconfitta.
Iniziò così la Seconda guerra mondiale, il più grande conflitto armato della storia. Non dimentichiamolo. Dalla conclusione del conflitto l’Europa ha goduto di oltre settant’anni di pace (se si eccettua la guerra nella ex Iugoslavia).
La relativa calma che seguì la sconfitta della Polonia terminò il 9 aprile 1940, quando le forze germaniche invasero la Norvegia e la Danimarca. Il 10 maggio dello stesso anno, la Germania diede il via al piano d’attacco contro l’Europa occidentale (Guerra Lampo); la Francia, sconfitta, il 22 giugno firmò l’armistizio con la Germania.
L’entrata in guerra dell’Italia
L’Italia, alleata con la Germania, entrò in guerra il 10 giugno.
“Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. L’ora delle decisioni irrevocabili”. Così proclamava Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia annunciando la dichiarazione di guerra, a Francia e Gran Bretagna, “le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente… Vincere(ovazioni )… e vinceremo!”.
Mi trovavo allora a Ottobiano, il paese dei miei nonni materni, in Lomellina. La nonna piangeva, io – avevo undici anni – esultavo: la guerra, un’avventura eroica. Tornai a Pavia dopo alcuni giorni. A quel tempo, inquadrato nelle organizzazioni fasciste, non ero più Figlio delle Lupa, ma Balilla moschettiere.
Così eseguivo le esercitazioni col moschettino e le marce per le strade nei Sabati fascisti. Si cantavano allegramente, da giovani ignoranti e incoscienti, le orrende canzoni che vantavano le glorie di una lontanissima romanità, inneggiavano alla guerra e irridevano Francia e Inghilterra. Eccone alcune:
Nizza, Savoia, Corsica fatal,
Malta, baluardo di romanità,
Tunisi nostra, sponde, monti e mar.
Tuona la libertà.
Roma rivendica l’impero
L’ora dell’aquile suonò …
Malvagia Inghilterra
Tu perdi la guerra
La nostra vittoria sul tuo capo fiera sta….
*****
Le tappe successive
(Solo qualche cenno agli eventi che segnarono svolte significative nel conflitto)
La battaglia di Inghilterra
Dal luglio all’ottobre i Nazisti condussero una intensa campagna aerea contro la Gran Bretagna, nota come Battaglia d’Inghilterra. Questa doveva preparare l’ invasione delle isole Britanniche, operazione, battezzata Seelöwe (Leone marino).
La battaglia alla fine vide la sconfitta della Germania; il 19 settembre, accertata l’impossibilità di neutralizzare la Royal Air Force (RAF), Hitler rinviò a tempo indefinito l’operazione Seelöwe: il primo segnale di arresto, dopo tante vittorie militari.
Winston Churchill riconobbe il contributo della RAF con parole passate alla storia: “Mai, nel campo degli umani conflitti, tanti dovettero così tanto a così pochi”.
Il Piano Barbarossa
Il 22 giugno 1941 la Germania iniziò l’invasione dell’Unione Sovietica, la più vasta operazione militare terrestre di tutti i tempi; avrebbe dovuto costituire un punto di svolta decisivo per assicurare la vittoria totale del Terzo Reich, ma il suo fallimento provocò la sua completa disfatta.
L’operazione Barbarossa, nei primi giorni di guerra, fruttò alla Wehrmacht un grandissimo numero di prigionieri.
La sorpresa dell’attacco tedesco fu assoluta; L’Urss fu colta impreparata perché Stalin non aveva voluto credere alla minaccia imminente. Inizialmente le perdite sovietiche immense, anche perché i vertici delle forze armate erano stati decapitati nell’ultima delle criminali purghe ordinate da Stalin.
Ma, con l’arrivo dell’inverno,la strenua resistenza dell’Armata Rossa impedì ai Tedeschi di occupare Leningrado e Mosca.
Il 5 dicembre il contrattacco cadde totalmente inaspettato sulle truppe tedesche ormai esauste; la Wehrmacht subì la sua prima pesante sconfitta.La battaglia per la difesa di Mosca segnò la prima svolta nella guerra sul fronte orientale.
Pearl Harbor
Il 7 dicembre 1941, il Giappone bombardò la base americana di Pearl Harbor, distruggendo buona parte della flotta del Pacifico; gli Stati Uniti reagirono dichiarando guerra al Giappone.
L’intervento delle maggiore potenza industriale ed economica pesò enormemente sulle sorti del conflitto.
Stalingrado
La svolta definitiva fu la battaglia di Stalingrado che, iniziata nel luglio 1942, rovesciò completamente l’equilibrio strategico sul fronte orientale La resistenza sovietica dissanguò la potente 6ª Armata tedesca del generale Friedrich Paulus, l’accerchiò e la costrinse alla resa (2 febbraio 1943). Da allora cominciava per la Wehrmacht una lunga e sanguinosa ritirata.
Il D-Day
Il 6 giugno 1944, nell’ambito di una massiccia operazione alleata, più di 150.000 soldati sbarcarono in Francia, riuscendo a liberarla definitivamente alla fine dell’agosto successivo.
L’11 settembre 1944, le prime truppe statunitensi entrarono in Germania, a un mese dall’entrata delle truppe sovietiche nella parte orientale.
La fine della guerra in Europa…
A seguito dell’offensiva finale, iniziata il 16 aprile, le forze dell’Armata Rossa circondarono Berlino. Hitler si suicidò il 30 aprile del 1945. Il 7 maggio la Germania si arrese alle forze Alleate Occidentali; due giorni più tardi si arrese anche alle truppe sovietiche.
Se l’Europa non è caduta allora sotto il dominio nazista lo dobbiamo anche alla lungimiranza e alla durezza con cui Stalin ha imposto al suo popolo i piani quinquennali per lo sviluppo dell’industria pesante, che ha poi fornito all’Esercito Rosso le armi ber battere la Wehrmacht. Ciò non assolve certo il dittatore dai crimini che ha compiuto contro i suoi compagni di partito e contro il suo stesso popolo: processi, purghe, assassini.
…e in Estremo Oriente
In agosto, gli Stati Uniti sganciarono due bombe atomiche sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Il Giappone si arrese il 2 Settembre 1945.
La Seconda Guerra Mondiale causò la morte di circa 55 milioni di persone nei paesi coinvolti e fu senza dubbio il più vasto e rovinoso conflitto della Storia.