Se la sconfitta del candidato dem a Roma era stata prevista, quella di Fassino a Torino proprio no. E le vittorie a Milano e Bologna non bastano al Pd per evitare una sconfitta complessiva. La prima debacle elettorale dell’era renziana. “Le elezioni di ieri segnano una svolta epocale. È il cambio di passo del M5S, riconosciuto dai cittadini come una forza di governo affidabile e capace di esprimere candidati validi e competenti” ha commentato Beppe Grillo.
E se da ieri è partita la corsa dei 5Stelle verso il governo nazionale, in casa del Pd pare aprirsi la resa dei conti. Già oggi la minoranza interna del partito si è fatta sentire ed è stata durissima. E la direzione del Pd, anticipata a venerdì, sarà decisiva per capire se il “barometro” politico segna tempesta o solo una leggera perturbazione. Persino un renziano della prima ora come il deputato emiliano Matteo Richetti non ha usato toni teneri. Chiaro che ora sul tavolo della direzione torneranno questioni rimaste sottotraccia come il doppio ruolo premier/segretario e, su tutte, il cambio dell’Italicum in vista del referendum costituzionale di ottobre che, tanto più dopo i ballottaggi, diventa per il governo Renzi uno snodo cruciale.
Qualche avvisaglia del malumore interno al Pd si registra già anche a livello locale. In special modo nell’area che un tempo faceva riferimento a Pippo Civati. “Dopo il disastroso risultato per il Pd in queste elezioni amministrative il segretario-premier Renzi si prenderà la responsabilità politica e cambierà strategia o troverà nuovi nemici a cui addossare tutta la colpa?”, si domanda su Facebook in consigliere comunale dem Dario De Lucia. Ed ancora: “Il segretario Pd Renzi ha perso 12 comuni capoluogo e 42 grandi comuni. A Letta sono state chieste le dimissioni per molto meno”, continua il consigliere.
A Reggio Emilia, ai ballottaggi, il Pd ha perso a sorpresa il comune di Casina dove si è affermato Stefano Costi.
Nell’area ex civatiana va registrata anche la bocciatura della riforma costituzionale da parte dell’assessore comunale Mirko Tutino, posizione condivisa, per ora, da altri cinque consiglieri comunali dem. Sempre Tutino, poche ore fa: “Perdere nelle periferie, perdere anche dove si è amministrato bene, dividere tra buoni e cattivi, allontanarsi dal proprio elettorato, chiudersi nell’isolamento ed essere responsabili di tante sconfitte. I dati dei ballottaggi non hanno bisogno di molti commenti anche se immagino che si stia consultando l’Uomo Ragno per farsi dire come arrampicarsi sugli specchi. O, in alternativa, si potrà sempre dire che ieri si votava per chi deve asfaltare le strade e che abbiamo sfide ben più grandi davanti a noi. Dico solo una cosa: a Letta è stato chiesto un passo indietro per molto meno”.
Ora, con la sconfitta elettorale e il referendum alle porte, è destinato a crescere il numero degli esponenti locali del Pd critici verso l’operato renziano? L’elezione a sindaco di Chiara Appendino inciderà in qualche sulle strategie di Iren, la multiutility che vede azionisti i comuni di Reggio Emilia, Torino, Genova, Parma e Piacenza? Vedremo…