L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato il Piano regionale di gestione dei rifiuti con il voto a favore del Pd, l’astensione di Sel e il voto contrario dell’Altra Emilia-Romagna. Non hanno partecipato al voto M5S, Lega Nord, Forza Italia e Fdi. Il piano prevede una riduzione drastica dei rifiuti in discarica al 5% (-80% rispetto al 2011), il progressivo spegnimento degli inceneritori, il riciclo di carta, legno, vetro, plastica, metalli e organico portato al 70% entro il 2020, la raccolta differenziata innalzata al 73% e la produzione pro-capite di rifiuti ridotta del 20-25%. Prevista anche l’introduzione della tariffa puntuale.
“Come Gruppo Assembleare Sel – ha spiegato il capogruppo Igor Taruffi – non abbiamo votato perché troppo timido nei confronti dello strapotere dei grandi gruppi che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti”. Per il Movimento 5 Stelle – che ha abbandonato per primo l’aula – il piano “è del tutto illegittimo. Il fatto che si continui a puntare con decisione sugli inceneritori, quando il presidente Bonaccini aveva addirittura promesso di chiuderli tutti, è la dimostrazione di quanto le sue promesse siano solo ed esclusivamente cenere”.
E se per il Pd, nelle parole del relatore di maggioranza Luca Sabattini “il piano traccia la strada per raggiungere gli obiettivi europei di tutela ambientale, senza costruire nuovi impianti, diminuendo i conferimenti in discarica e riducendo l’utilizzo degli esistenti”, secondo Stefano Bargi della Lega Nord “il piano presentato dalla giunta non è lo stesso che, nel 2014, venne pubblicato e che ricevette quasi mille osservazioni da parte di cittadini, enti, associazioni, ed imprese”.
Con il primo Piano regionale per la gestione dei rifiuti, la Regione punta per il 2020 su riduzione della produzione pro-capite, riciclo al 70% ed economia circolare.
Obiettivo principale sarà il graduale azzeramento delle discariche, oltre al progressivo spegnimento degli inceneritori e a portare il riciclo di carta, legno, vetro, plastica, metalli e organico a oltre i due terzi dei rifiuti smaltiti. Entro il 2020, la raccolta differenziata sarà poi innalzata al 73% e la produzione pro-capite di rifiuti ridotta del 20-25%. I cittadini, grazie all’introduzione della tariffa puntuale, pagheranno per ciò che buttano e non per i metri quadri delle abitazioni e sono previsti incentivi per i Comuni più virtuosi, quelli che invieranno meno rifiuti allo smaltimento, e per le imprese green.