Il Consiglio dei Ministri, che si è riunito questa mattina, ha decretato ufficialmente lo scioglimento per infiltrazione mafiosa del Comune di Brescello. E’ la prima decisione di questo tipo per un’amministrazione locale dell’Emilia-Romagna, e tocca al paese della Bassa reso celebre dallo scrittore Giovanni Guareschi con la saga di don Camillo e Peppone. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva infatti rigettato analoga proposta che era stata avanzata mesi fa per il Comune di Finale Emilia dal prefetto di Modena.
La proposta di scioglimento per Brescello era stata presentata il 24 gennaio scorso al ministro dell’Interno dal Prefetto di Reggio, Raffaele Ruberto, in seguito all’attività della commissione d’accesso – composta da Adriana Cogode, il capitano dell’Arma Dario Campanella e Giuseppe Zarcone, con un team di supporto investigativo di carabinieri nominati sulla base delle relative e specifiche competenze tecniche e professionali, insieme ai referenti della questura e della guardia di finanza – che per sei mesi aveva vagliato 15 anni di atti e delibere dell’amministrazione comunale.
Sotto la lente della commissione, in particolare, due operazioni urbanistiche: il trasferimento di volumi edificatori da cui nacque il quartiere chiamato Cutrello (dove tra gli altri vive Francesco Grande Aracri, il fratello del boss Nicolino, condannato in via definitiva per associazione mafiosa) e la variante che consentì la costruzione del supermercato Famila.
Nella relazione finale di oltre 300 pagine si parla anche di dipendenti comunali a tempo determinato riconducibili alla famiglia Grande Aracri. Elementi ritenuti sufficienti per Alfano per chiedere lo scioglimento del comune per mafia
Dopo le dimissioni del sindaco Marcello Coffrini – che il 30 gennaio lasciò l’incarico in seguito alle polemiche innescate dall’intervista in cui esprimeva giudizi benevoli sull’imprenditore condannato per mafia Francesco Grande Aracri, residente nel paese della Bassa – il Comune di Brescello è attualmente retto dal commissario prefettizio Michele Formiglio. Con ogni probabilità quindi il 5 giugno prossimo non si andrà al voto, e in Comune si insedierà una commissione formata da tre persone.