Alle ore 11.00 della mattina al Casellario giudiziale del Tribunale di Reggio la posizione di Marcello Coffrini appariva linda e immacolata. Così per sgomberare il campo dai dubbi.
Ci si chiede allora come sia stato possibile che un sindaco, eletto col 70% circa delle preferenze, stimato e ben voluto dalla sua gente, difeso strenuamente pure dal parroco, in una sorte di nemesi dei rapporti guareschiani tra Peppone e don Camillo, sia con ogni probabilità costretto ad abbandonare.
La risposta è semplice: ha detto una baggianata sui Grande Aracri di stanza nel suo comune (se vogliamo anche grave ma già Ludovico Muratori ci ammoniva secoli fa a non cadere nel trappolone dell’ipocrisia lessicale) ai microfoni di una web tv studentesca che nessuno si filava fino a quel momento. E in tempi di antimafiosità dilagante gli è stato fatale.
Il gioco al massacro del tiro al piccione è scattato con una precisione impressionante nel rimando quotidiano mediatico-inquisitoriale e tale da distruggere moralmente anche i più pervicaci e forse Coffrini non è tra questi.
Ha resistito per dignità fino a quando gli è stato possibile, mentre da ogni parte d’Italia piovevano professionisti antimalavitosi a metterci in guardia dalla strisciante ‘ndranghetaggine che alligna nel dna rivierasco. E più in generale nella reggianità tutta.
16 mesi, ci ha detto al telefono nella prima ed unica volta che l’abbiamo interpellato (per sgomberare il campo anche da altri equivoci sul fatto che se non fosse tutti i giorni sui giornali, noi Marcello Coffrini manco sappiamo com’è fatto) di devastazione pressoché su ogni fronte. Fino ad intaccare la tenuta degli affetti e delle amicizie, la professione oltre che l’onore personale.
Questa sua probabilissima uscita di scena prima del coupe de theatre finale, mezza concordata coi vertici del “suo” partito a cui non è iscritto, sa tanto di exit strategy. Lui a casa, gli antimafiosi a far carriera, sei mesi di punizione commissariale per il suo comune (che nessuno si azzardi più a dire una vaccata su argomenti delicati) e…vuoi vedere che a questo punto Brescello non lo sciolgono più per mafia?