Passare le feste in ospedale

ingressoStanchi delle Maldive? Grazie al riassetto climatico, la Settimana Bianca quest’anno in assenza neve è rimandata a giugno? Volete staccare per un po’ coi soliti luoghi comuni ma non sapete dove lasciare Fido e Nonna? Niente paura. C’è una località relativamente economica, a pochi minuti da casa vostra e frequentatissima che potete raggiungere in qualsiasi momento, e vi garantiamo che sotto le Feste ci troverete molti dei vostri amici: il Pronto Soccorso dell’Ospedale.
Pensate con che comodità, con quanta naturalezza potete rivolgervi a questa ridente e sottovalutata località. Avete tirato come dei muli medioevali tutto l’anno e vi siete ritrovati all’improvviso alla sera del 23 Dicembre, senza nemmeno prendere una decisione riguardo alla fatidica domanda: cosa fai l’Ultimo?
Poi, in un attimo, senza premeditazione e senza tanto bisogno di depliant, di telefonate, di riunioncine familiari in cui ci si scanna, decidete: perfetto! Basta una slogaturina al polso mentre tirate giù dalla soffitta l’infame slittino che vi causò una sub frattura al coccige quando eravate ragazzi. O la geniale idea di riordinare l’inferno in cui si è tramutata la vostra cantina durante gli ultimi sedici anni di incuria. Oppure ancora, una gentile visita all’amico che ha avuto appena avuti tre bebé in altrettanti anni e dai venite che il più grande sta per partire per l’Erasmus e, no, tanto le malattie le abbiamo già fatte tutte; detto fatto, finisci all’accettazione del P.S. dove una gentile infermiera con il sorriso botulinico e tristi corna di renna in plastica ti attende per prendere le tue generalità.
L’Ospedale, del resto, è una località molto gettonata durante questo periodo, e non teme overbooking: la sua prima linea calda è in grado di accoglierci tutti e farci passare molte ore, se non in lietezza, in serena e cristiana comunione. Si va dalla vecchietta agonizzante da 4 ore per una caduta dalle scale che si lamenta in assenza di morfina all’operaio con la mano visibilmente appiattita sotto al panno, fino alla ragazza sulla lettiga che sembra un Alien voglia uscirle da sotto la maglietta dai crampi addominali che mostra; tutta gente che è entrata la mattina del 26 e alle 5 del pomeriggio sarà ancora lì col numerino verde in mano, in attesa. Voi, che lamentate un mal di testa pernicioso e un misterioso stato febbrile, potrete godervi il soggiorno molto, ma molto più a lungo.
Tanto più che le strutture altre sono paralizzate. Ti senti male e vai dal medico? Illuso; il medico, lui, banalmente, in questi giorni è a sciare a Cortina. Può permetterselo, del resto. Cerchi di raggiungere la Guardia Medica? A parte gli orari d’ufficio che la rendono pressoché impraticabile (ma se telefoni loro di notte potranno darti tanto conforto e farti compagnia), devi essere disposto a farti quelle tre ore di attesa del tuo turno per poi sentirti dire: non so, vada al Pronto Soccorso per farsi fare due analisi. E allora, tanto vale: vai direttamente al Pronto Soccorso con tutta la famiglia, magari scegli solo quello che più ti aggrada. Tipo, quello del paesone a 30 chilometri perché lì c’è meno gente e hanno delle brioches buonissime nelle macchinette distributrici.
Però, in quello del capoluogo c’è più gente e, una battuta lì, una confidenza là, si incontra un casino; gente di tutte le età, di tutte le etnie, di tutte le estrazioni sociali con la quale socializzare forzatamente per ore, ore ed ore, solidarizzando per il reciproco trattamento ricevuto dal corpo ospedaliero che, se glie lo fai notare, restano sorpresi: loro non sono scortesi, o reticenti a fornire qualsiasi informazione, o maldestri. No. E’ che non sono tanto bravi nell’animazione. Meno male che ci sono i volontari che fanno clowneria da corsia, per questo; anche se – non sono mica scemi – si tengono ben lontani dalle sale d’attesa, dove dopo un tre quattro ore di pazienza può darsi che in risposta ad uno dei loro lazzi potrebbero ingiustamente ricevere anche una salva di vaffanculo.
Per non dire del Pronto Soccorso pediatrico, che è praticamente una succursale delle ludoteche comunali: in certi orari bisogna che ti porti la sedia da casa, perché i bambini vogliono assolutamente stare assieme a tutti i loro amici in questi giorni di festa, e insisteranno con le più curiose patologie fino a quando non ce li porterai. Poi, non appena esci dall’edificio, tutti insieme per un ultimo ritrovo nell’unica farmacia aperta dell’intera provincia dove, complice la nuova, interminabile fila, puoi rafforzare le amicizie appena nate in corsia, parlare ancora un poco dei tuoi mali, flirtare con le farmaciste che, così scarmigliate e accaldate, non le hai mai viste così sexy e decidere di portare la borsa delle medicine alla ragazza conosciuta in Ortopedia 1: tra tutti e due avete speso la tredicesima in farmaci da banco, ormai i virus ed i batteri ve li siete scambiati abbondantemente, è forse il momento di vedere cos’altro si possa condividere, scacciando per un po’ la solitudine. Altro che speed dating: una brutta bronchite, e sboccia l’amore.
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