Dalla parrocchia di Albinea alla vicepresidenza del Consiglio regionale al coordinamento della sesta edizione della Leopolda, il passo è incredibilmente breve. Merito dell’apparentemente inarrestabile meritocrazia renziana. E dei rigogliosi frutti del laboratorio delrian-castagnettiano, altresì detto Campo Samarotto.
E’ stata la reggiana Ottavia Soncini la mattatrice della prima giornata della sesta edizione della kermesse che uno ad una ha incoronato nel tempo chi è salito sul palco a fianco e da spalla dell’attuale Presidente del Consiglio. Insomma quasi l’anticamera di un sottosegretariato. Elezioni permettendo.
Sull’altisonante tema “Terra degli uomini” sta ruotando la nuova edizione della rediviva scuola di politica targata Pd, o almeno parte di esso. Perché in realtà la maggior parte delle critiche e degli sfottò inevitabilmente piovuti sulla Leopolda arrivano proprio dall’interno. Uno fra tutti quello dell’ex consigliere e assessore regionale Marco Barbieri, sulla presenza di Francesca Chaouqui in rappresentanza del “mondo cattolico”.
Ma il vero spettro, oltre alla irresistibili parodie di Crozza, che aleggia sulla Leopolda è il caso del Ministro Boschi, del padre, di Banca Etruria e del pensionato suicida che ha perso i risparmi di una vita.
Sul Ministro per le Riforme piovono da più e autorevoli parti pressanti richieste di dimissioni per evidente conflitto di interessi. Tra i più arcigni difensori della Boschi però, proprio dal palco della Leopolda, il collega di partito e Governo Graziano Delrio.