L’altra sera ad Otto e mezzo, ospite del salotto buonissimo di Lilli Gruber c’era il duo Travaglio-Battiato, quest’ultimo nell’imminenza editoriale della sua antologica musicale. Di cui però il Maestro siciliano non s’è abbassato a parlare, essendo egli affaccendato solo nelle vicende esclusivamente dello spirito e non certo nelle misere faccende terrene, specie quelle che gli danno da vivere e benone. Non si sa con quale gradimento della conduttrice, i cui canotti labiali spingono ad un perenne ghigno al cui confronto l’espressione della Sfinge risulta la faccia della trasparenza emotiva.
Da tempo Franco Battiato si è completamente immedesimato in un guru delle religioni trans-orientali e quindi agisce per situazioni paradossali e non più in relazione agli accadimenti circostanti; per esempio alla domanda “che ore sono?”, potrebbe rispondere “non mangio pizza da 20 anni”. E così è accaduto anche dalla Gruber, laddove infatti lo spigoloso e puntiglioso giornalista Travaglio è stato chiamato in funzione sostanzialmente di traduttore simultaneo dell’evanescenza battiatiana. Il meraviglioso cantautore che ha deliziato cuori, menti e anime di generazioni, oggi non entra più in contatto terreno col prossimo ma sussurra estasi, fa scivolare sillogi di pensiero, misticheggia come un santone, filosofeggia come Platone, guarda il mondo come una asceta, si atteggia da iniziato, squadra l’interlocutore come un saggio, deambula lieve come un anacoreta. Dunque dovrebbe aver raggiunto il grado massimo di (auto)consapevolezza dell’io profondo, del tu periferico e del noi che fa da collante. Ad un respiro dalla buddità.
Invece è scivolato come un principiante del catechisimo sulle domande gruberiane a proposito del Pontefice. Dopo aver risposto su Ratzinger ad un quesito inerente Wojtyla, parlando di Bergoglio ha detto che gli piace ciò che fa ma che sarebbe un Papa poco attento alla dimensione spirituale. Ma come? Anche l’abecedario del chierichetto riporta che la testimonianza personale nell’imitatio Christi è il raggiungimento auspicabile in vita per un credente cattolico. Li riconoscerete dalle loro opere; ovvero il Verbo si fece carne, cioè la Parola di Dio ha preso a vivere sulla terra degli uomini. Carne e spirito si uniscono nella testimonianza cristiana. non si tratta di contemplare il prossimo dall’alto come Simeone lo Stilita.
Ti preghiamo Battiato, torna tra noi, abbandona il tuo tentativo di reincarnazione anzitempo, scivola giù dal bardo e accompagna le nostri tristi esistenze con le tue melodie eremitiche. La trasmigrazione può attendere.