Nella patria del suino, non si butta mai nulla, a parte ovviamente il denaro pubblico.
Grazie al processo Aemilia alla N’drangheta pare che per le fiere, stia arrivando una nuova stagione, trasformarsi in aula di giustizia, per ospitare gli indagati, centinaia, avvocati, periti, famigliari, curiosi. Una vera Fiera della legalità.
Anche se la sinistra al potere ha sempre negato che ci fosse la mafia a Reggio, come oggi nega le nuove mafie, come quella cinese. Fatto sta che dopo aver buttato al vento 27 milioni di euro, per poi finire in mano ad un commissario, le Fiere trovano nuovo ruolo, nel frattempo l’attività tradizionale, prosegue, anche se un po’ ridotta, il che testimonia che il cda ed i soci, in particolare Comune, Camera di Commercio e Provincia, non solo non servivano a nulla, ma erano dannosi e costosi.
Nel mentre il treno di Expo è passato, ma la fermata di Reggio era chiusa, siamo però certi che la nuova società per l’internazionalizzazione, riuscirà a fare un viaggio a Dubai per verificare sinergie. Se chi di dovere a Reggio avesse voglia di controllare a fondo, siamo certi che il futuro delle Fiere, come sede del festival della legalità sarebbe garantito.
Ancora non riusciamo a spiegarci come solo a Reggio, la mafia si sia infiltrata, senza il concorso di politici e dipendenti pubblici. Come faceva ad avere permessi edificatori, commerciali, sub-appalti? Un mistero che andrebbe chiarito.