“Quanto accaduto in Sicilia è semplicemente una vergogna: è la somma della peggiore politica locale e dei peggiori istinti dell’imprenditoria locale. Il metodo tariffario non può essere applicato in maniera diversa a seconda delle zone. L’azione portata avanti sembra voler esprimere una volontà politica, più che tecnica, di appropriarsi di una funzione che spetta al Regolatore”.
Non ha usato mezzi termini il commissario dell’Autorità per l’Energia Alberto Biancardi in merito alla legge siciliana impugnata ieri dal Cdm, intervenendo al convegno organizzato da Utilitalia e Federconsumatori (a Roma) per presentare il “Primo rapporto sulle agevolazioni tariffarie nel Servizio Idrico Integrato”.
“Spero che le imprese e le associazioni dei consumatori – ha proseguito Biancardi – si oppongano con decisione a questa situazione. Rifiutare una tariffa collegata ai costi è pura demagogia e nel settore idrico ce n’è già abbastanza. Il nostro compito ora è quello di portare a termine il lavoro per definire il Metodo tariffario per il secondo periodo regolatorio che dovrà partire a gennaio 2016”.
Tornando allo studio, quello fotografato è un panorama quantomai disomogeneo: esistono, infatti, agevolazioni in misura fissa per utenti a basso reddito (con un Isee tra i 7.000 e i 13.000 €), per famiglie numerose con portatori di handicap e per crisi economica. Ci sono, poi, agevolazioni in misura “variabile” che possono consistere in una percentuale di sconto sul totale della spesa o sulle singole componenti tariffarie oppure nell’applicazione di una tariffa al metro cubo ad hoc per le utenze disagiate. Dall’indagine (svolta su un campione che copre poco più del 70% della popolazione) emerge che il 76,3% degli utenti può accedere ad una agevolazione tariffaria in caso di difficoltà. Per quanto riguarda il lato gestori, invece, c’è una forte disparità dovuta alla dimensione: se le aziende grandi prevedono agevolazioni con maggiore frequenza (80%), solo il 36% delle realtà più piccole è in grado di garantirle ai propri utenti.
Tra i nodi da risolvere al più presto, emersi nel corso del dibattito, c’è la necessità di una legge che regoli un settore che necessita di forti investimenti, soprattutto per il rinnovo delle infrastrutture.
“La creazione di un quadro di riferimento normativo è quanto mai urgente – ha dichiarato Mauro Zanini (Federconsumatori) – e auspichiamo che in esso sia previsto un bonus idrico minimo nazio-nale che funzioni con il principio della percentualizzazione, così da rispettare le differenze territo-riali esistenti”.
Altro tema importante è quello relativo ai distacchi per morosità e a quanto previsto nel collegato ambientale alla Legge di stabilità 2014: “Estendere a tutti, senza operare i necessari distinguo, i provvedimenti su queste tematiche può essere molto pericoloso – ha dichiarato Emanuela Cartoni (Utilitalia) – occorre poter distinguere le utenze deboli per non penalizzarle”.
“Al di là dei singoli aspetti da definire – ha concluso Biancardi – sarà necessario trovare un sistema semplice che lasci autonomia a livello locale, per esempio una norma quadro, e lavorare sulla co-municazione con gli utenti. C’è un problema legato all’accettabilità sociale degli aumenti in tariffa sia che siano per sostenere gli investimenti per migliorare la qualità del servizio che per allargare la platea dei fruitori delle agevolazioni”.
Da Qe del 21 ottobre