Venti giorni fa Iren ha presentato il bando per la raccolta dei rifiuti, le cui condizioni di estremo ribasso hanno sconcertato i lavoratori delle cooperative coinvolte e una parte significativa della società civile, anche per le preoccupazioni legate alla qualità del servizio e alla tutela dalle infiltrazioni di organizzazioni criminali presenti sul territorio.
Il bando è stato sospeso e recentemente ripresentato, con una modifica cosmetica (incremento della base d’asta da 48 a 51 milioni) che non intacca la sostanza. Infatti, nella nuova offerta il criterio del massimo ribasso è ancora decisivo sugli altri parametri, ed è paradossale se si considera il progressivo peggioramento della qualità del servizio, con relativa riduzione nella frequenza della raccolta dell’umido e del verde, e l’altrettanto progressivo incremento del 25% della tassa rifiuti negli ultimi quattro anni.
Cosa dicono i Sindaci soci di tutto ciò?
Non ritengono che tutto ciò vada chiamato col suo vero nome, cioè appalto vergogna?
Non temono che Iren vada ormai in direzione contraria agli interessi dei cittadini che essi rappresentano?
Il bando è stato sospeso e recentemente ripresentato, con una modifica cosmetica (incremento della base d’asta da 48 a 51 milioni) che non intacca la sostanza. Infatti, nella nuova offerta il criterio del massimo ribasso è ancora decisivo sugli altri parametri, ed è paradossale se si considera il progressivo peggioramento della qualità del servizio, con relativa riduzione nella frequenza della raccolta dell’umido e del verde, e l’altrettanto progressivo incremento del 25% della tassa rifiuti negli ultimi quattro anni.
Cosa dicono i Sindaci soci di tutto ciò?
Non ritengono che tutto ciò vada chiamato col suo vero nome, cioè appalto vergogna?
Non temono che Iren vada ormai in direzione contraria agli interessi dei cittadini che essi rappresentano?
L’unica strada è riportare sotto controllo pubblico la gestione di beni e servizi essenziali come acqua e rifiuti. Non abbiamo molto tempo per agire, la maxiutility bussa alla porta, e alle nostre tasche.
Francesco Fantuzzi (Reggio città aperta)