Iren: e noi paghiamo

L’approfondimento sulle quotate del Sole 24 ore rappresenta sempre un momento importante di verifica dell’andamento del gruppo e delle strategie del medesimo: anche quest’anno non ha tradito le attese, confermando in pieno la correttezza delle analisi alternative dei Piccoli azionisti, nonchè le loro preoccupazioni.

Infatti, già all’assemblea del 20 giugno 2013, oggetto della cosiddetta riforma della governance, i Piccoli azionisti avevano proposto la riorganizzazione e l’accentramento di funzioni operative in capo alle cinque società di primo livello del gruppo e l’integrzione il più possibile spinta delle società di secondo livello, ancora oggi pari a 101 unità.

Il 15 settembre 2013 veniva ribadita al Sole la necessità di ridurre ed efficientare i costi operativi, a fronte del drammatico calo di fatturato e dell’altrettanto drammatico livello di indebitamento.

Ebbene, in due anni non è accaduto nulla, e lo stesso giornalista lo ha chiaramente evidenziato.
Invece che diminuirne significativamente il numero, si è disposta soltanto una cosmetica manovra di riduzione del numero dei consiglieri delle partecipate, passato da 5 a 3, con relativo simbolico effetto sui costi, che non ha messo tuttavia in discussione la struttura elefantiaca del gruppo e la disponibilità di comode poltrone per amministratori a fine corsa.
Oggi si rilancia l’obiettivo della riduzione dei costi fissi per almeno 75 milioni, di cui 50 legati alla razionalizzazione e 25 ai prepensionamenti.
Nel frattempo tuttavia si continua, irresponsabilmente, a parlare di espansione e di investimenti, in vista delle future aggregazioni. Ma lo stesso giornalista non manca di evidenziare le proprie perplessità a fronte di una situazione finanziaria già di per sè allarmante alle attuali condizioni.
E intanto, l’unica possibilità di salvezza resta più che mai il disperato aggancio alle attività regolate, ambiente e servizio idrico, dove gli aumenti tariffari restano all’ordine del giorno: curiosamente quest’ultimo, settore a più alta marginalità percentuale, nonchè argomento principe del dibattito locale degli ultimi mesi, non è affatto citato nell’articolo.
Insomma, dal 15 settembre 2013 si sono fatti due anni di chiacchiere, con un gruppo sempre sull’orlo del baratro.
E noi paghiamo.
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